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RAEE, un business poco sfruttato

di Noemi Ricci

Pubblicato 10 Luglio 2012
Aggiornato 19 Aprile 2013 12:44

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La gestione dei rifiuti elettronici (RAEE) è ancora poco efficiente ed eco-sostenibile: sprecati 21miliardi di dollari secondo i dati e-Waste Accademy.

In questo periodo in cui si fan un gran parlare di rifiuti, soprattutto quelli speciali e pericolosi legati al SISTRI, arrivano le stime sui RAEE dell’e-Waste Accademy, evento organizzato dal Solving the E-waste Problem (StEP) delle Nazioni Unite e dal Global e-Sustainability Initiative (GeSI) per promuovere la corretta gestione e lo smaltimento dei rifiuti elettronici, che rivelano il valore di questo tipo di rifiuti.

Attualmente il riciclaggio è scarsamente impiegato e nelle discariche di rifiuti di origine elettronica ed elettrica (o RAEE) è possibile reperire materiale prezioso, come 320 tonnellate d’oro depositati ogni anno a livello mondiale e 7.500 tonnellate di argento per un totale di 21 miliardi di dollari.

Questi sono infatti materiali utilizzati normalmente nella produzione industriale dei dispositivi elettronici, ma solo il 15% viene recuperato al momento della loro dismissione.

Con riferimento all’oro utilizzato nei dispositivi elettrici ed elettronici, questo nel 2001 rappresentava il 5,3%  della produzione mondiale, per un totale di 197 tonnellate, e il 7,7% nel 2011, per un totale di 320 tonnellate.

Appare quindi evidente come serva una migliore gestione dei rifiuti, o meglio sensibilizzare verso una “gestione delle risorse” rappresentate dali RAEE a livello internazionale orientato a soluzioni di riciclaggio efficiente ed eco-sostenibile.

Secondo il presidente di GeSI, Luis Neves, «modelli di consumo più sostenibili e il riciclaggio dei materiali sono essenziali se i consumatori continuano a godere di dispositivi high-tech per qualunque cosa, dalla comunicazione moderna ai trasporti e gli edifici intelligenti».

«Un giorno, tra non molto, la gente penserà a queste costose inefficienze e si chiederà come abbia potuto essere così miope e sconsiderata nella gestione delle risorse naturali», ha aggiunto Ruediger Kuehr, segretario generale dello StEP.