Non sembra sbloccarsi la situazione legata al SISTRI che vede le imprese ancora in difficoltà nell’utilizzo di un sistema che dovrebbe andare dalla loro parte, combattendo le ecomafie e le irregolarità, ma che di fatto le sta solo ostacolando economicamente ed operativamente. Più volte è stato dimostrato che il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi non funziona, (ricordiamo il video di Legambiente).
Intanto però le imprese stanno pagando per il SISTRI la cui entrata in vigore, lo ricordiamo, è stata prorogata dal Milleproroghe al 30 giugno 2012 (dl n. 216/2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 14/2012).
Sono già tanti i ricorsi e le class action minacciate dalle imprese sui contributi versati per iscriversi ad un sistema mai partito e ora, con l’avvicinarsi dell’appuntamento per il 2012, fissato al 30 aprile, le imprese chiedono che venga azzerato il contributo SISTRI per il 2012.
La richiesta è stata presentata formalmente al ministro dell’Ambiente Corrado Clini da Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confindustria, Rete Imprese Italia, Confapi, Confagricoltura, Aci-Alleanza delle cooperative italiane e Claai-Confederazione libere associazioni artigiane italiane.
«Il sistema di tracciabilità dei rifiuti continua a essere per le imprese motivo di preoccupazione e di malcontento. I rinvii dell’operatività, che si ripetono trimestralmente da due anni, testimoniano, infatti, una situazione non gestibile, che richiede la rivisitazione totale del progetto», si legge nella lettera inviata al ministro.
Dopo aver versato per gli anni 2010 e 2011 «settanta milioni di euro, senza averne ritorno alcuno», il pagamento del contributo SISTRI per l’anno 2012 «viene percepito da tutte le nostre imprese come una vessazione ingiustificata», soprattutto a fronte della difficile congiuntura economica.
In un periodo di grave crisi economica «l’obbligo di nuovi versamenti, ad avviso di tutti, non trova giustificazione. Quello del pagamento del contributo per il 2012 è diventato, dunque, un problema importante e cruciale, che il ministero deve affrontare da subito: le imprese ne aspettano legittimamente la soppressione».
E ora non resta che aspettare la risposta del ministro.