Non c’è pace in Italia per il mercato delle energie da fonti rinnovabili: sul tema Energia, infatti, il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera scommette sull’incremento della produzione di idrocarburi (piuttosto che sul calo di questi consumi) per raggiungere l’obiettivo dell’autonomia energetica per il Paese, appoggiato dall’ex sottosegretario all’Energia, Stefano Saglia.
In estrema sintesi, dopo il taglio degli incentivi alle rinnovabili e alla produzione di energia da fonti pulite, sembra profilarsi in Italia il ritorno ai pozzi di petrolio.
Secondo il Governo, dunque, la sola politica energetica in grado di garantire un futuro migliore all’Italia è quella tagliare gli incentivi alle rinnovabili, a quanto pare per non gravare sui costi in bolletta di aziende e famiglie: un debito che se moltiplicato per i 15-20 anni di validità porta il valore totale a 150-200 miliardi.
Passera individua nuovi settori d’investimento nel gas e nel petrolio, in virtù delle riserve ingenti di entrambe le fonti, da anni bloccate da “lungaggini burocratiche” che prevedono “passaggi autorizzativi lunghissimi”.
Una posizione di rottura rispetto agli obiettivi di impatto ambientale e di riduzione della produzione di CO2, che sicuramente non soddisferà le associazioni vicine al mondo delle rinnovabili.
Secondo Saglia si dovrebbe tornare a trivellare in tutta Italia, mari compresi, senza più limiti.