Non c’è pace per il settore delle energie rinnovabili, la bozza contenente il pacchetto di liberalizzazioni elaborato dal governo Monti contiene nuovi cambiamenti per gli incentivi al fotovoltaico o meglio per le tariffe incentivanti all’energia elettrica prodotta dai impianti fotovoltaici collocati a terra.
Impianti fotovoltaici a terra
Più in particolare l’articolo 65 del decreto liberalizzazioni in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale andrà a modificare, o meglio a togliere, l’accesso agli incentivi statali previsti dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 per il fotovoltaico agricolo, ovvero per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra nei campi agricoli (comma 1).
Incentivi che già il Quarto Conto Energia aveva ridotto all’osso e che riguarderanno i nuovi campi fotovoltaico, senza intaccare gli incentivi riservati ai parchi già realizzati o in fase di completamento (comma 2), a patto però che gli impianti entrino in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto liberalizzazioni.
Si tratta di un nuovo passo del Governo nella direzione della riduzione dei contributi alle fonti rinnovabili con l’obiettivo di arrivare rapidamente alla cosiddetta “grid-parity” e quindi all’indipendenza del settore dagli incentivi pubblici.
Serre fotovoltaiche
In controtendenza però il comma 3 dello stesso articolo del decreto liberalizzazioni, che innalza gli incentivi per le serre fotovoltaiche previsti dal Quarto Conto Energia, portandoli allo stesso livello di quelli previsti per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici. L’unico vincolo è che le serre abbiano un rapporto di proiezione al suolo della superficie coperta dai pannelli fotovoltaici non superiore al 50% della superficie totale della serra stessa per preservare i terreni e consentire l’integrazione dell’attività agricola.
ANIE/GIFI e APER
ANIE/GIFI e APER chiedono a gran voce di stralciare l’art. 65, inserito nel decreto liberalizzazioni senza previa consultazione delle Associazioni di categoria, perché questo non farebbe altro che alimentare nuovamente incertezza per il settore delle rinnovabili portando vantaggi a pochi a scapito del bene del Paese.
Nel comunicato delle Associazioni si legge: «il Decreto, se confermato dal Parlamento, andrebbe ad incentivare una corsa alla realizzazione di mega impianti su terreni agricoli, accelerando l’esaurimento delle risorse disponibili che dovrebbero andare ad incentivare lo sviluppo organico e distribuito del settore».