La creazione di sistemi economici eco-sostenibili non è solo un traino per la crescita – né tanto meno un ostacolo – quanto piuttosto un motore di sviluppo, in grado di generare nuove forme di occupazione: il governo dovrebbe pertanto investire nelle con incentivi e strumenti nella transizione verso una economia green.
E’ quanto emerge dal report “Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication” realizzato dalla Green Economy Initiative dell’UNEP (United Nations Environment Programme) in collaborazione con economisti ed esperti di tutto il mondo.
Da un punto di vista politico-economico, la transazione necessita di riforme e incentivi in grado di potenziare le infrastrutture per l’ambiente, con nuove dinamiche di mercato in grado di diffondere le eco-tecnologie e il Green Tech in generale.
Per cogliere al meglio le opportunità della green economy occorre quindi aumentare gli investimenti per l’innovazione, con una conseguente crescita dell’intero sistema economico e dell’occupazione. Affinché ciò avvenga, occorre però una azione mirata da parte dei governi e di tutti gli altri soggetti coinvolti, imprese, lavoratori autonomi e cittadini compresi.
Secondo le stime UNEP, il 2% del prodotto globale annuo (equivalente a circa 1300 miliardi di dollari USA) permetterebbe la riconversione ecologica dell’economia in dieci settori chiave: agricoltura, edilizia, energia, pesca, foreste, industria, turismo, trasporti, gestione delle acque e rifiuti.
«Il rapporto dell’UNEP sulla green economy smonta il mito secondo il quale occorre un compromesso per scegliere tra la crescita economica e la protezione dell’ambiente», ha spiegato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. «Secondo il rapporto, i governi possono rilanciare le loro economie incoraggiando la creazione di posti di lavoro e migliorando l’equità sociale attraverso politiche intelligenti che favoriscono il progresso mantenendo l’impronta ecologica dell’umanità nei limiti sopportabili per il pianeta».