Piccole aziende nate dall’ambizione e dall’entusiasmo di giovani imprenditori, tecnologicamente avanzate, moderne e altamente competitive: ecco il profilo dello start-up delle energie rinnovabili.
Si tratta di realtà dinamiche che si stanno sviluppando lungo tutta la penisola con l’obiettivo di occupare un settore emergente, unanimemente considerato ad elevato potenziale di sviluppo e guardato con attenzione anche dai venture capitalist.
Le sedi ideali per l’avvio di tali imprese sono in primis quelle localizzate in posizione geografica favorevole allo sfruttamento di fonte energetiche alternative (sole, vento…). Tuttavia, la vicinanza di poli di innovazione e ricerca è considerata un vantaggio, perché si possono attivare partnership e collaborazioni efficaci, tese al perfezionamento dei sistemi o delle tecnologie utilizzate.
Nel luglio 2007 è nata la Idrogen2, da uno spin-off del Politecnico di Milano. Con sede a Desio, (Monza e della Brianza), brevetta sistemi all’avanguardia che usano l’idrometano per il riscaldamento di condomini, riducendo le emissioni di CO2 di 15 tonnellate l’anno.
L’intero processo è basato su un micro-cogeneratore a idrogeno e fuel cell che genera energia elettrica ed energia termica. La potenza utile (30Kwe e 45Kwt) è sufficiente per soddisfare i fabbisogni relativi ad elettricità, riscaldamento ed acqua calda. Questi sistemi, sono sviluppati grazie al lavoro congiunto di Ici Caldaie e Politecnico di Milano.
In Lombardia, a Milano, dal 2006 è attiva MCM Energy Lab, joint venture partecipata da gruppo Elvi (specializzato in energia e sistemi di automazione), dal Politecnico di Milano e dagli ingegneri Gabriele Marchegiani, Marco Mauri, Irino Mazzucco, Daniele Rosati e dal professor Francesco Castelli Dezza.
La tecnologia sviluppata da questo “laboratorio di Elettronica di Potenza” si basa su un’interfaccia elettronica universale in grado di interconnettere qualsiasi sorgente di energia alternativa o rinnovabile alla rete pubblica:pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, fuelcell, mini turbine idrauliche e sistemi di micro-cogenerazione (produzione combinata di energia e calore) basati su motori a gas (o biogas).
Altri esempi possono aiutare a capire meglio il fenomeno start-up delle rinnovabili, agevolando la localizzazione delle varie realtà e identificandole per offerta e modalità operative.
La Sardegna, per esempio, ha visto nel 2007 lo staqrt-up di Elianto, società nata per progettare, costruire e vendere “chiavi in mano” impianti Solari Termodinamici (ST) a concentrazione lineare di piccola scala, per la produzione di elettricità e calore.
L’aspetto innovativo della sua offerta risiede nella riduzione di scala dell’impianto: «possiamo produrre un Mw con tre ettari di terreno, pari più o meno a sei campi da calcio: un impatto più ridotto rispetto ad altri sistemi», ha spiegato Piero Pili, amministratore della società e responsabile fino al maggio 2007 dell’area di ricerca Solar Energy Technologies (SET) del Crs4, diretta da Carlo Rubbia.
Co-fondatore di Elianto è Giovanni Murgia, altro giovane imprenditore che ha partecipato alle attività di ricerca del SET. Si tratta quindi di due profili che confermano la valenza innovativa di queste aziende green, competitive grazie alle alle competenze acquisite personalmente e attente a formazione e ricerca, oltre che all’esperienza sul campo.
La Liguria è invece terra dell’Eolico, tanto che a Savona l’Autorità portuale, attraverso la Sv Port Service (sua partecipata al 47%) alimentare le luci dei piazzali del porto con energia eolica, mentre quelle del Palacrociere e della stazione marittima con energia solare: progetti ambiziosi che guardano al futuro strizzando l’occhio a uno sviluppo economico anche e soprattutto eco-sostenibile.
La Puglia, prima regione in Italia per potenza generata e impianti eolici installati, vanta il noto laboratorio che ha ottenuto ottimi risultati con una potenza installata di 1158 MegaVoltAmpere (MVA) e nuovi investimenti previsti entro il 2020.
A tenere testa alla Puglia solo la Sicilia, con i suoi 1140 MVA. Dietro tutte le altre: un dato che conferma quanto l’Eolico stia diventando il vero traino dell’economia rinnovabile del Sud Italia spingendo i giovani imprenditori ad avviare nuove realtà aziendali.
Purtroppo, il settore delle energie alternative, in particolare dell’Eolico, è ancora poco sfruttato: la quota di energia elettrica prodotta in Italia da centrali eoliche ammontava a 4.850 gigawatt circa a fine 2008, nettamente inferiore rispetto agli oltre 250 mila gigawatt di energia derivante dalle centrali termiche prevalentemente a carbone presenti in Italia.
Il consumo di energia eolica nel nostro Paese, in realtà, è ancora inferiore a quello geotermico (5.190 Mw a fine 2008) e idrico (46.672 gigawatt a fine 2008), che invece stanno emergendo con decisione. Per questa ragione le start-up che stanno puntando sulle energie alternative contare su ottime potenzialità di crescita.
Di fatto, secondo il Gestore dei Servizi Elettrici, il numero di impianti è più che raddoppiato fra il 2004 e il 2008 (da 120 a 242) con una maggiore concentrazione nel Mezzogiorno.
Dati confortanti per la nostra economia, visto che l’uso razionale dell’energia è il mezzo più immediato per ridurre le emissioni di gas serra, realizzare uno sviluppo economico sostenibile e scongiurare il monito emerso all’Earth Day: «quarant’anni dopo la prima Giornata della Terra, il mondo è più in pericolo che mai».