Fonti alternative per la produzione di energia non sono solo Fotovoltaico, Eolico, Solare termico, Geotermica, Biomasse o Idroelettrica (prima in Italia tra le fonti verdi, secondo ultimo Rapporto GSE). Tra le tecnologie per lo produzione di energia rinnovabile c’è anche quella che sfrutta la forza del mare.
Le Pmi italiane che volessero investire in questo settore, possono informarsi sui prototipi più promettenti e riunirsi in consorzi per implementare una soluzione tecnologica.
Da tenere conto, però, che al momento il sistema degli incentivi in Italia non prevede una voce specifica per questa declinazione, ma sono comunque sfruttabili sia i certificati verdi che la tariffa omnicomprensiva nell’ambito delle energie rinnovabili.
Impianti
Di fatto, installazioni sperimentali e/o commerciali di questo tipo sono realizzate in tutto il mondo, da società singole o consorziate. I sistemi per sfruttare la forza del mare sono diversi: impianti maremotrici, da moto ondoso o termici.
Gli impianti maremotrici sfruttano i dislivelli prodotti dalle maree per produrre energia elettrica attraverso turbine idrauliche. Gli impianti, di grandi dimensioni, prevedono importanti opere di sbarramento delle acque (dighe, chiuse) e un bacino di accumulo.
Gli impianti del moto ondoso sfruttano dall’effetto del vento sulla superficie del mare che, per sua natura, ha da un’alta densità energetica. Il vantaggio è che si possono adottare soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale.
Gli impianti a energia termica oceanica sfruttano la differenza di temperatura dell’acqua secondo varie possibili tecnologie.
Gli impianti a correnti sottomarine si avvalgono di turbine ad asse orizzontale sommerse, che trasformano l’energia cinetica in energia elettrica.
Esistono progetti di ricerca per ognuna di queste tecnologie, anche se la maggior parte sfrutta il moto ondoso oceanico. Alcuni progetti sono in fase di sperimentazione, ma vi sono installazioni commerciali e attive chegià oggi costituiscono una fonte di guadagno per le aziende costruttrici.
Le prospettive sono buone secondo lo studio Hydrokinetic and Ocean Energy di Pike Research: con un giusto contesto normativo e incentivante si potrebbe spingere la capacità di produzione globale fino a 200GW entro il 2025.
Sistemi attivi
Uno dei primi progetti che ha sfruttato la potenza delle onde oceaniche è stato installato al largo delle coste del Portogallo, a qualche miglio da Agucadoura, e consiste in una serie di serpentoni in acciaio, i Pelamis p-750, lunghi 150 metri per 3,5 di diametro, ancorati al fondale e costruiti dalla Pelamis Wave Power (ex Ocean Power Delivery).
Ogni Pelamis è composto da sezioni cilindriche collegate tra loro attraverso giunti e contiene un olio ad altissima pressione che, spinto dal moto delle onde verso i motori, attivano i generatori di energia elettrica. Una installazione può produrre fino 30 MW di energia occupando solo un chilometro quadrato ed è in grado di sopperire al fabbisogno energetico di 30mila abitazioni.
L’abbattimento dei costi è proporzionale ai Pelamis installati (15% ogni due elementi), e la tecnologia impiegata è collaudata e attualmente implementata in altri 3 siti funzionanti e remunerativi.
Presso Strangford Lough, nell’Irlanda del Nord, è in funzione la prima centrale elettrica alimentata dall’energia cinetica delle correnti di marea. Dopo la sperimentazione, oggi soddisfa il fabbisogno energetico di circa 1.000 abitazioni avendo una potenza installata di 1,2 MW. L’impianto, sviluppato dalla società Seagen, è costituito da una serie di turbine ad asse orizzontale immerse in acqua, che sfruttano le correnti per trasformare l’energia cinetica delle turbine in energia elettrica.
Incentivi
Tutti gli impianti di produzione di energia elettrica da moto ondoso e maremotrice – di potenza non inferiore a 1 MW ed entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2007 – possono beneficiare del meccanismo incentivante dei Certificati Verdi.
I produttori da fonti fossili devono produrre fonti rinnovabili o acquistare certificati verdi da chi le produce; contestualmente i produttori di energie da fonte rinnovabile ricevono dal Gestore dei certificati (che in pratica diventano “titoli commerciabili”, a taglia fissa e di durata annuale), in proporzione alla produzione effettuata.
Gli impianti beneficianti devono aver ottenuto la qualifica IAFR (Impianti Alimentati a Fonti Rinnovabili) dal GSE.
In alternativa ai Certificati Verdi, gli impianti di potenza non superiore a 1 MW, entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007, possono scegliere il meccanismo incentivante della Tariffa onnicomprensiva un incentivo monetario, concesso per l’energia elettrica netta immessa in rete per un periodo di 15 anni, purché l’impianto abbia ottenuto la qualifica IAFR.
Per le aziende che operano nel campo della ricerca sperimentale e che cercano finanziamenti è importante sapere che la Comunità Europea ha istituito una commissione di valutazione presso il Direttorato Generale per la Ricerca del settore Energy, che valuta i prototipi funzionanti di una soluzione, ed eventualmente ne finanzia la realizzazione in scala reale.