Il settore Energia è «un elemento chiave per la crescita sostenibile del Paese», come evidenzia anche la nuova Agenda di Governo: i dettagli della strategia energetica nazionale– compreso il debutto di una nuova politica di rilancio degli idrocarburi come fonte di approvvigionamento – saranno definiti a Settembre.
Ad oggi, l’Esecutivo ha già avviato alcune misure: il Quinto Conto Energia (in vigore dal 27 agosto) che rivede al ribasso gli incentivi alle rinnovabili e la conversione in legge del Decreto Sviluppo, in linea con il programma del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera (più petrolio, meno rinnovabili)
Decreto Sviluppo: spazio agli idrocarburi
Il Decreto Sviluppo (decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modifiche nella legge 7 agosto 2012, n. 134), prevede fra le altre cose nuove disposizioni per l’estrazione e la ricerca di idrocarburi e la riattivazione dal primo gennaio al 31 marzo 2013, delle centrali a olio combustibile (articolo 38 bis).
A stabilire le nuove disposizioni per le attività di estrazione di petrolio (ovvero di trivellazione), è l’articolo 35, che prevede una serie di misure a tutela del territorio: l’estrazione è vietata nelle zone costiere protette da vincoli ambientali e, in ogni caso, nelle zone marine entro 12 miglia dalla costa. Questo delle 12 miglia è un punto controverso perché ci sono operatori del settore che ritengono il limite troppo stringente. Ci sono indiscrezioni secondo cui il ministero dello Sviluppo Economico Corrado Passera sarebbe intenzionato a intervenire su questo limite, rendendo quindi più facili le trivellazioni in mare.
Ritorno al petrolio: il piano Passera
Il ministro Passera sta preparando un Piano Energia, nell’ambito del nuovo Pacchetto Crescita, che fra gli obiettivi, ha anche quello di aumentare l’attività estrattiva di petrolio in Italia. Obiettivo, soddisfare con il petrolio Made in Italy il 20% del fabbisogno nazionale (raddoppio rispetto al 10% attuale).
Intorno a questo progetto ci sono moltissime critiche, in particolare delle associazioni ambientaliste.
Fra le strategie attese in materia di politiche energetiche, anche il potenziamento dei gasdotti (per rendere l’Italia un crocevia fondamentale del trasporto di gas dall’Africa del Nord e dall’Asia centrale all’Europa), e dei rigassificatori (con focus su 4 progetti già avviati: Livorno, Porto Empedocle, Gioia Tauro, Falconara).
Tutto questo anche con l’obiettivo di abbattere i costi dell’energia in bolletta per cittadini e imprese. Mira allo stesso obiettivo anche il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche (reti intelligenti, software per la gestione del consumo).
L’idea è quella di ridurre la dipendenza italiana dalle importazioni e da fonti di energia costose, favorendo al contempo la creazione di un polo energetico nazionale che attragga investimenti e crei posti di lavoro.
Energia verde: il piano Clini
Ma il piano crescita del Governo comprende anche una parte dedicata all’energia verde, messa a punto dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Obiettivi:
- sviluppo della filiera nazionale del green tech, prioritariamente nei settori energia e chimica “verde”;
- transizione verso sistemi distribuiti di trigenerazione (elettricità, calore e freddo) ad alto rendimento, con lo sviluppo contestuale di reti intelligenti locali (smart grid);
- eco-efficienza nell’edilizia;
- promozione del trasporto di merci e persone su ferrovia e cabotaggio;
- recupero e valorizzazione dei rifiuti;
- esportazione di tecnologie green.
Misure in arrivo
- incentivi per le rinnovabili termiche
- certificati bianchi per l’efficienza energetica
- meccanismi premianti per: ricerca, sviluppo e produzione di tecnologie innovative in Italia; impiego di energia solare; sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione; valorizzazione della geotermia; impiego delle biomasse a filiera corta
- programma nazionale per la produzione dei biocarburanti di seconda generazione e della filiera della chimica “verde”.