Anticipare all’inizio del 2025 il dibattito previsto per il 2026 finalizzato a rivalutare lo stop all’immatricolazione di auto diesel e benzina, attualmente fissato nel 2035: questo l’obiettivo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Lo ha annunciato il Ministro Adolfo Urso, intervenuto a margine dell’ultima edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Per il 25 settembre è prevista la sua partecipazione al vertice organizzato dalla Presidenza del Consiglio Europeo, nel corso della quale si parlerà del Green Deal e dell’eventuale revisione della roadmap prevista a livello europeo.
Bisogna agire subito, perché tenere due anni il comparto nell’incertezza sul futuro significa bloccare completamente gli investimenti.
Secondo il Ministro, il Green Deal così come è stato delineato è fallito e per l’industria europea il rischio di collasso è molto alto, soprattutto per l’incapacità di raggiungere gli obiettivi senza importanti risorse pubbliche.
Il parere di Urso è condiviso anche dal presidente di Assogasliquidi-Federchimica, Matteo Cimenti:
Abbiamo sempre considerato sbagliato, da parte dell’UE, puntare su di un unico vettore per il futuro e imporre per legge il divieto di produzione delle auto a motore endotermico.
Soddisfazione anche per Federauto, come testimoniano le dichiarazioni del presidente Massimo Artusi:
L’annuncio del Ministro Urso, di voler anticipare al 2025 la revisione dei tempi dello stop alla produzione dei motori endotermici appare tempestiva e opportuna alla luce delle notizie che quotidianamente arrivano, da ultimo la possibile chiusura di due impianti della Volkswagen in Germania e l’addio di Volvo al solo elettrico entro il 2030.
Come rimarca Artusi, il mercato ha fatto già comprendere di non gradire autoveicoli che costano il doppio di quelli tradizionali anche di fronte a sostanziosi incentivi. E le case automobilistiche se ne stanno rendendo conto, facendo marcia indietro rispetto alle strategie “solo-elettrico”.
Potrebbero dunque essere maturi i tempi per una valutazione più estesiva del ricorso ad un mix di alimentazioni, aprendo ad esempio al ricorso della filiera ai biocarburanti.