Il Consiglio UE ha approvato in via definitiva il Net Zero Industry Act, con l’obiettivo di stimolare la produzione di tecnologie per l’energia pulita, come i pannelli solari o le pale eoliche.
La nuova norma impone di raggiungere almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologie strategiche a zero emissioni entro il 2030 (una quota pari al 15% del mercato mondiale) e prevede semplificazioni nelle procedure di autorizzazione, nonché investimenti in formazione e innovazione.
Vediamo cosa cambia per le imprese.
Net Zero Industry Act: cosa prevede
Il Net Zero Industry Act si inserisce nel Green Deal europeo. Secondo la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, questa legge «crea le migliori condizioni per settori cruciali per raggiungere le zero emissioni entro il 2050».
Ad esempio semplificando i processi autorizzativi per realizzare progetti strategici, e facilitando l’accesso ai mercati delle tecnologie per l’energia green negli appalti pubblici o nelle aste.
L’obiettivo è la realizzazione di un ambiente fertile per sviluppare un’industria ritenuta strategica per il futuro dell’Europa.
Sviluppo delle competenze green
La nuova legge prevede a tale scopo iniziative specifiche di formazione e creazione delle competenze, la creazione di Accademie Net-Zero Industry per formare 100mila lavoratori entro tre anni, la realizzazione di sandbox normativi per testare tecnologie innovative a zero emissioni.
La piattaforma Net-Zero Europe fungerà invece da hub di coordinamento centrale.
La Net-Zero Acceleration Valley, infine, faciliterà ulteriormente la creazione di cluster di attività industriali a zero emissioni nell’UE.
Spazio alle energie rinnovabili
Le tecnologie fondamentali individuate per la transizione green: il solare fotovoltaico, l’energia eolica, le pompe di calore, il nucleare, l’idrogeno, le batterie e le tecnologie di rete.
Fra le altre disposizioni, è previsto che nelle gare pubbliche per le energie pulite sia obbligatorio privilegiare determinati criteri di sostenibilità e anche di cybersecurity.
Anche le industrie ad alta intensità energetica come quelle dell’acciaio, dei prodotti chimici o del cemento che producono componenti utilizzati in queste tecnologie a zero emissioni e che investono nella decarbonizzazione possono essere sostenute attraverso le misure previste dalla legge.