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Incentivi alle Rinnovabili in Italia: nuove regole e strategie

di Barbara Weisz

25 Luglio 2023 09:37

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Incremento di produzione di energie rinnovabili nel 2022, ma i target al 2030 sono lontani e restano punti critici: strategie per raggiungerli e novità della legge di conversione decreto bollette.

Investimenti fino a 90 miliardi,  mezzo milione di posti di lavoro, quasi 300 milioni di tonnellate di emissioni tagliate: sono i target al 2030 di installazione di energie rinnovabili previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) 2023, inviato formalmente a Bruxelles nei giorni scorsi.

Alle strategie di filiera per raggiungerli è dedicato il position paper “Accelerare il dispiegamento delle rinnovabili come leva strategica di sviluppo per il paese” di European House Ambrosetti e CVA, presentato al Forum 2023 delle Energie Rinnovabili (Renewable Thinking).

Vediamo tutto.

Produzione di energie rinnovabili: stato dell’arte al 2023

In Italia, negli ultimi 10 anni, la produzione elettrica da FER è stata costantemente sopra la media europea (33% del totale medio contro il 28% in UE). La capacità installata è aumentata di 10,5 punti percentuali e copre quasi il 50% della capacità installata totale. Ma a questo non corrisponde un aumento effettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che per il 67,1% arriva ancora da fonte fossile.

Fra le energie pulite, la parte del leone spetta ancora all’idroelettrico (41% del mercato FER), seguito dal fotovoltaico. Nel 2022, è triplicata la quota di energia installata rispetto agli ultimi anni: 3,1 GW, contro una media di 1,1 nel periodo che va dal 2015 al 2021.

C’è però un punto debole: l’incremento è dovuto a impianti di piccola taglia, mentre solo il 33% della nuova capacità proviene da impianti di grossa dimensione (almeno 1MW di potenza). Una tendenza che prosegue nel 2023: 2,1 GW di rinnovabili installate da gennaio a maggio, il 90% di fonte solare, il 50% ancora di piccola taglia. In ogni caso, il tasso di installazione annuo non è sufficiente a raggiungere gli obiettivi al 2030.

Gli obiettivi del PNIEC aggiornato al 2023

Il PNIEC prevede un aumento della capacità installata in Italia di 70 GW, circa il 125% della capacità installata al 2022, mentre il Piano 2030 del settore elettrico è più ambizioso, +82GW.

Gli investimenti necessari al 2023 vengono stimati fra i 74 e i 90 miliardi di euro, mentre i benefici economici variano dai 121 miliardi di euro di valore aggiunto nello scenario conservativo a 148 miliardi di euro in quello più ambizioso.

La ricaduta occupazionale: il target PNIEC può portare a un aumento delle unità di lavoro nella filiera allargata del settore elettrico di circa 445mila unità, numero che aumenta fino a 540mila unità nel secondo scenario. Quest’ultima cifra corrisponde a circa il 110% degli occupati dell’industria alimentare e bevande o, in alternativa, dell’industria tessile e dell’abbigliamento italiana.

Sei ambiti di sviluppo

Il report Ambrosetti – CVA individua una strategia basata su sei diversi settori:

  • comunità energetiche rinnovabili: attualmente, la potenza complessiva installata è pari a circa 350 kW. Al 2030, saranno a oltre 7 GW, coprendo circa il 9% delle FER aggiuntive.
  • Agrivoltaico: se tutti i progetti in corso di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) avessero un esito favorevole, si potrebbero raggiungere 23 GW: il 54% del totale della nuova potenza FER presentata. «In altre parole – si legge nel report -, l’agrivoltaico, in termini di potenza e numero di progetti presentati nel corso del 2022, rappresenta quindi il settore più rappresentativo tra le fonti di energia rinnovabili».
  • Eolico off-shore: malgrado il potenzaile rappresentato dalle vaste coste italiane, il primo parco eolico offshore è stato installato solo nel 2022. Qui, siamo indietro rispetto alle altre big d’Europa, Francia e Germania, anche in termini di target al 2030. IL Pniec ha comunque rivisto al rialzo l’obiettivo, passando dai 0,9 GW del vecchio piano ai 2,1 GW di quello attualmente in corso di approvazione.
  • Revamping e repowering: realizzare il potenziale di queste attività su fotovoltaico, eolico e idroelettrico consentirebbe di ottenere +15 GW di potenza rinnovabile, pari al 21% delle FER aggiuntive al 2030.
  • Pompaggi idroelettrici: fanno parte dei sistemi di accumulo, possono «rendere il sistema energetico più sicuro, resiliente e sostenibile», nei prossimi anni «sarà necessario realizzare nuovi pompaggi idroelettrici, soprattutto nel Centro e Mezzogiorno, per una potenza totale di +4,5 GW8».
  • Sviluppo della rete elettrica: il maggiore ricorso alle fonti di energia rinnovabili necessita lo sviluppo delle reti di trasmissione e distribuzione.

Le novità legislative

Ricordiamo in estrema sintesi che, in materia di rinnovabili, nell’ambito della conversione in legge del decreto Bollette sono cambiate le regole delle aste FER per cui i bandi dovranno tenere conto dell’inflazione.

Per quanto riguarda invece la produzione di energia da impianti alimentati da biogas e biomassa, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente provvede a definire prezzi minimi garantiti per la produzione da impianti in esercizio alla data di entrata in vigore della legge (è approvata in via definitiva, ma si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) che beneficino di incentivi in scadenza entro il 31 dicembre 2027, oppure che rinunciano agli incentivi per aderire invece ai prezzi minimi garantiti.