Le regole europee sugli aiuti di Stato diventano più flessibili per gli investimenti che abilitano la transizione green ma non solo: la Commissione di Bruxelles ha approvato anche un nuovo quadro temporaneo (Temporary Crisis and Transition Framework), che proroga e integra il quadro approvato lo scorso anno per far fronte alla crisi russo-ucraina, e che si muove in parallelo con il Green Deal.
Le nuove misure stimolano gli investimenti in Green Economy: energie rinnovabili, decarbonizzazione dei processi industriali, sviluppo di settori industriali strategici (produzione batterie, pannelli solari, turbine eoliche). E prevedono novità per le PMI, in particolare se in zone svantaggiate.
Aiuti di Stato più flessibili
Il nuovo Temporary Framework contiene una serie di proroghe ma anche di revisioni rispetto a quanto approvato nel marzo 2022. In particolare, sono stati modificati alcuni punti del “Regolamento di esenzione per categorie” (GBER – General Block Exemption Regulation), con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la transizione digitale.
La disciplina UE sugli aiuti di Stato definisce i vincoli che i Paesi membri devono rispettare quando concedono trasferimenti di risorse pubbliche alle imprese (sovvenzioni e contributi). Le regole di maggior flessibilità appena introdotte, e che nella maggior parte dei casi sono applicabili fino al 2025, sono finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati nell’ambito della transizione green, ambientale ed energetica, anche a fronte di un contesto internazionale che rischia di far uscire dall’Europa produzioni e investimenti strategici a fronte di condizioni di miglior favore applicate a livello internazionale.
Regole UE su aiuto di Stato in ottica green
- Proroga aiuti al 2025 per un’industria a zero emissioni: fino al 31 dicembre 2025 gli Stati membri possono sostenere le misure necessarie per la transizione green, con particolare riferimento alla diffusione delle energie rinnovabili, stoccaggio di energia, decarbonizzazione dei processi di produzione industriale.
- Estensione incentivi Rinnovabili: semplificazioni per la concessione di aiuti a piccoli progetti e tecnologie meno mature come l’idrogeno rinnovabile, eliminando la procedura di gara competitiva soggetta a salvaguardie; possibilità di sostegno a tutte le Rinnovabili; supporto alla decarbonizzazione industriali tramite combustibili da idrogeno; massimali di aiuto più elevati e calcoli di aiuto semplificati.
- Nuovi incentivi al 2025 per investimenti in settori chiave: produzione di apparecchiature strategiche (batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori), utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio, produzione di componenti chiave e per la produzione e il riciclaggio delle relative materie prime critiche.
I nuovi incentivi al 2025
Nell’ambito dei nuovi aiuti per investimenti industriali in settori chiave, è prevista la possibilità di progettare schemi semplici ed efficaci, fornendo supporto limitato a una certa percentuale dei costi di investimento e importi nominali, a seconda dell’ubicazione dell’investimento e delle dimensioni del beneficiario. C’è un’attenzione particolare alle PMI e alle imprese situate in regioni svantaggiate, che possono beneficiare di un sostegno più elevato, per garantire che gli obiettivi di coesione siano debitamente presi in considerazione. Gli Stati membri possono concedere percentuali ancora più elevate dei costi di investimento se l’aiuto è fornito tramite agevolazioni fiscali, prestiti o garanzie. Prima di concedere l’aiuto, le autorità nazionali devono tuttavia verificare i rischi concreti che l’investimento produttivo non avvenga all’interno dello Spazio economico europeo («SEE») e che non sussista alcun rischio di provocare delocalizzazioni all’interno del mercato unico.
In casi eccezionali, è previsto un sostegno maggiore alle singole imprese, dove esiste un rischio reale che gli investimenti vengano distolti dall’Europa. Gli Stati membri possono fornire a un beneficiario, per esempio un’impresa, un sostegno analogo a quello previsto per un investimento equivalente in un’eventuale ubicazione alternativa (il cosiddetto “aiuto complementare”), oppure l’importo necessario per incentivare l’impresa a localizzare l’investimento nel SEE (il cosiddetto “divario di finanziamento”).
Questa opzione è soggetta a una serie di garanzie: può essere utilizzata solo per investimenti nelle aree assistite (in base alla carta degli aiuti a finalità regionale), o investimenti transfrontalieri che comportano progetti ubicati in almeno tre Stati membri, con una parte significativa dell’investimento complessivo realizzata in almeno due zone assistite, una delle quali deve essere una zona “a” (regioni ultraperiferiche o con PIL pro capite inferiore o uguale al 75% della media UE). Il beneficiario deve utilizzare una tecnologia di produzione all’avanguardia dal punto di vista delle emissioni ambientali. L’aiuto non può comportare il trasferimento di investimenti tra Stati membri.
Nuove regole sugli aiuti di Stato nella UE
Le modifiche al GBER concedono gli Stati membri hanno maggiore flessibilità per progettare e attuare misure di sostegno in settori fondamentali per la transizione verso la neutralità climatica e un’industria a zero emissioni. Fra le novità riviste:
- aumento e razionalizzazione delle possibilità di aiuto nel settore della protezione ambientale e dell’energia, tra l’altro per sostenere la diffusione delle energie rinnovabili, progetti di decarbonizzazione, mobilità verde e biodiversità, facilitare gli investimenti nell’idrogeno rinnovabile e aumentare l’efficienza energetica;
- attuazione di progetti che coinvolgono beneficiari in diversi Stati membri , come i progetti importanti di comune interesse europeo (IPCEI), nel settore della ricerca e dello sviluppo, aumentando intensità degli aiuti e soglie di notifica;
- estensione di formazione e riqualificazione in tutti i settori esentando dalla notifica gli aiuti alla formazione inferiori a 3 milioni di euro;
- esenzione per categoria istituite dagli Stati membri per regolare i prezzi dell’energia come l’elettricità, il gas e il calore prodotti da gas naturale o elettricità;
- nuove soglie di notifica per gli aiuti ambientali e per gli aiuti alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione (RSI);
- razionalizzazione delle possibilità di aiuti al finanziamento del rischio per le PMI e le start-up, nonché per i prodotti finanziari sostenuti dal Fondo InvestEU;
- proroga del Regolamento Generale fino alla fine del 2026 per la certezza del diritto e la stabilità normativa;
- aumento soglie nel GBER anche al di là delle aree oggetto di specifica revisione per far fronte al più lungo periodo di validità delle norme;
- allineamento delle disposizioni del Regolamento Generale con le nuove Linee guida sugli aiuti a finalità regionale, le Linee guida sugli aiuti di Stato per il clima, l’energia e l’ambiente, le Linee guida sul finanziamento del rischio, il Quadro per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione e le Linee guida sulla banda larga.