Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e l’Unione Europea hanno avviato l’iter relativo alla proposta di decreto che incentiva la diffusione delle Comunità Energetiche, forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
La proposta di decreto attende il via libera della Commissione Ue e si basa su due misure:
- incentivo in tariffa, rivolto a tutto il territorio nazionale e basato sul risparmio sui costi dell’energia per chi costituisce una Comunità Energetica (potenza massima agevolabile 5 GW entro il 31 dicembre 2027);
- contributo a fondo perduto cumulabile con l’incentivo in tariffa, rivolto ai territori dei Comuni sotto i 5000 abitanti (fino al 40% dell’investimento per chi crea una Comunità Energetica, potenza agevolabile almeno pari a 2GW fino al 30 giugno 2026).
Chi sceglierà di associarsi ad una Comunità CER (cittadini, condomini, PMI, Enti locali), dovrà individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili ma anche altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.
Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica – ha spiegato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin – è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette.Se sapremo svilupparle come sistema Paese, le Comunità Energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale.
Una comunità energetica, lo ricordiamo, è costituita da gruppi di autoconsumo collettivo che agiscono collettivamente sulla base di un accordo privato, in genere lo stesso condominio o edificio. Invece le Le CER (Comunità di energia rinnovabile) sono veri e propri soggetti giuridici e permettono, anche a piccole imprese e consumatori privati, di diventare produttori di energia pulita tanto per l’autoconsumo collettivo quanto per la condivisione ocale.