Le caldaie a gas restano fuori mercato a partire dal 2040: lo prevede il piano RePowerEU per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo ed il divieto sarà disposto tramite nuovi standard di progettazione eco-compatibile inseriti nell’etichetta energetica Ecodesign, prevista entro il 2025/2026.
La revisione del Regolamento 813/2013 è stata discussa giovedì 27 aprile in un forum consultivo della Commissione Europea e reca modalità di applicazione della direttiva 2009/125/CE in merito alle specifiche tecniche di progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e misti.
La nuova etichetta impone una soglia minima di efficienza al 115%: valore che nessuna caldaia a gas, idrogeno o gasolio riuscirebbe a raggiungere. Rientrerebbero solo impianti a fonti rinnovabili, pompe di calore elettriche, a gas o ibride e alcuni sistemi di cogenerazione ad alta efficienza.
Il piano RePowerEU stabilisce una serie di misure per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione verde, aumentando nel contempo la resilienza del sistema energetico dell’UE. Con l’Ecodesign si entra da subito nel merito di nuovi vincoli produttivi. Secondo le associazioni di settore, tuttavia, la revisione del Regolamento contrasta con la proposta di Direttiva EPBD sulle Case Green.
Secondo Valentina D’Acunti, capo comparto gas di Assotermica (produttori apparecchi e componenti per impianti termici di Confindustria), l’impostazione più corretta sarebbe quella di fissare requisiti che puntino all’utilizzo di apparecchi pronti all’utilizzo di fonti rinnovabili.
Bisogna guardare a come sono alimentate le caldaie, perché è sbagliato pensare che queste siano realizzate solo per funzionare con combustibili fossili.
Altro elemento a sfavore del divieto: «rischiamo di creare un mercato secondario di apparecchi inefficienti che continueranno comunque a restare in molte case. La soluzione, invece, è mettere a disposizione tecnologie differenti per le diverse tipologie di clienti».
Gli apparecchi ibridi factory made (caldaia a condensazione e pompa di calore, controllati da una centralina unica integrata nel prodotto) rappresenterebbero una soluzione intelligente per soddisfare i paletti europei. Dello stesso avviso le altre associazioni, Proxigas, Assogasliquidi, Federcostruzioni, Ance e Applia Italia.
Le decisioni finali si prenderanno in autunno con l’ok della Commissione sul Regolamento, che una volta approvato sarà applicato negli Stati membri senza norme di recepimento nazionali. Nel frattempo si preannuncia una stagione di aspro dibattito.