Il Piano Nazionale sul Green Public Procurement mira a rendere la PA più sostenibile, intervenendo nelle procedure di acquisto e nei bandi pubblici, secondo regole e Criteri Ambientali Minimi (CAM) che le amministrazioni appaltanti devono prevedere e le imprese fornitrici devono rispettare. Cerchiamo di ripercorre i tratti distintivi della normativa applicata in Italia per fornire gli elementi chiave per operare nel contesto degli Acquisti Verdi (GPP).
Green Public Procurement: cos’è il GPP
Il Piano Nazionale d’Azione sul Green Public Procurement (PAN GPP) prevede che tutte le stazioni appaltanti italiane, nell’ambito di bandi di gara e procedure di acquisto, seguano i principi del Green Public Procurement (GPP), che nella pratica si traduce nei cosiddetti Acquisti Verdi.
La definizione di GPP è fornita dalla Comunicazione COM(2008)400 “Appalti pubblici per un ambiente migliore”.
approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.
In Europa il GPP è volontario mentre in Italia è obbligatorio. Il riferimento normativo è il Codice degli Appalti (articolo 34 del Dlgs 50/2016).
Il Piano Nazionale ha individuato una serie categorie merceologiche di prodotti e servizi nell’ambito delle cui forniture pubbliche si applicano i Criteri Ambientali Minimi (CAM), ossia requisiti minimi che tutti i bandi e le procedure di public procurement devono prevedere e a cui le aziende che aspirano a diventare fornitrici della PA devono adeguarsi.
Certificazioni ed Ecolabel giocano in questo senso un ruolo strategico, andando a posizionarsi più in alto nelle graduatorie per le assegnazioni delle forniture alla PA.
A quale esigenza risponde il Piano d’azione italiano
Piano d’azione italiano sul Green Public Procurement (GPP) mira ad orientare il mercato e l’industria stessa verso linee di produzione, tecnologie e prodotti sempre più a ridotto impatto ambientale, sostenibili, con un consumo energetico minimo, il più possibile adatti ad alimentare la green economy ed in particolare l’economia circolare.
La Strategia europea per l’economia circolare attribuisce infatti un ruolo strategico alle Pubbliche Amministrazioni per promuovere l’eco-sostenibilità innovativa, i principi e le tecniche del riuso dei materiali.
Il Green Procurement come normato dal PAN GPP riguarda il settore pubblico, attraverso appalti e acquisti verdi, ma è un chiaro esempio anche per quello privato.
Forniture green: eco-label e certificazioni ambientali
Le eco-label (eco-etichette) rilasciate da organismi pubblici o privati, attestano l’aderenza di un prodotto o servizio ai requisiti ambientali richiesti nelle procedure di acquisto pubbliche, oltre a certificare l’impegno di un’azienda ad operare sul mercato in maniera sostenibile, con un evidente ritorno d’immagine. L’Ecolabel UE, rilasciato su richiesta da ISPRA Ambiente, per esempio attesta il ridotto impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di vita di prodotti e servizi.
Per quanto riguarda le certificazioni ambientali, quelle di riferimento sono la certificazione EMAS e la UNI EN ISO 14001, mentre in ambito industriale ci sono anche quelle che certificano l’adozione di strategie di eco-innovazione e migliori tecniche disponibili (BAT). Tra le certificazioni ambientali, sociali o etiche più diffuse nei bandi pubblici, segnaliamo:
- UNI EN ISO 14001:2015
- UNICEI EN ISO 50001:2018
- ReMade in Italy
- Plastica seconda vita
- FSC catena di custodia
- EMAS 1221/2009
- Carbon Footprint di organizzazione UNI EN ISO14064-1:2019
- Carbon Footprint di prodotto UNI EN ISO 14067:2018