Parlare di smart city non vuol dire solo immaginarsi tra veicoli elettrici a guida autonoma, edifici interconnessi e città organizzate in ogni aspetto. Nella realtà di oggi significa soprattutto saper gestire le risorse in modo intelligente, economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, con attenzione alla qualità della vita e ai bisogni dei cittadini grazie a soluzioni e sistemi connessi e integrati tra loro. Obiettivi che in larga misura rientrano tra quelli del PNRR che anima il Recovery Plan italiano. Tra l’altro, per loro natura, le città che mirano a divenire smart city sono molto competitive e rappresentano un volano per l’economia di un Paese in viaggio verso la digital transformation.
Le tecnologie abilitanti e le soluzioni chiave per il funzionamento della città intelligente sono principalmente le TLC innovative come il 5G, l’Internet of things (IoT) e l’Intelligenza Artificiale (AI), strumenti come sensori e attuatori, sistemi di riduzione e gestione del consumo energetico e di produzione e distribuzione dell’energia, nuovi materiali e tecniche per l’edilizia sostenibile e nuovi modelli di pianificazione urbana, nuovi veicoli ibridi ed elettrici, nuovi modelli di gestione del ciclo dei rifiuti. Sulla scia delle risorse e delle opportunità del Recovery Plan – ma anche dei diversi incentivi pubblici oggi disponibili – da qui ai prossimi anni sarà dunque fondamentale incrementare il ricorso in Italia a tecnologie e soluzioni che a vario titolo sono integrabili nelle diverse sfere della Pubblica Amministrazione: trasporti pubblici e mobilità, gestione e distribuzione dell’energia, illuminazione pubblica, sicurezza urbana, gestione e monitoraggio ambientale, gestione dei rifiuti, manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici (scuole, ospedali, musei…) , sistemi di comunicazione e altri servizi di pubblica utilità.
Le caratteristiche della città intelligente
L’Unione Europea individua sei dimensioni principali per qualificare una città intelligente ovvero smart.
- Smart Economy – l’economia punta sull’occupazione e sulla produttività utilizzando l’innovazione tecnologica e la piena collaborazione fra pubblico e privato. Servizi pubblici resi disponibili ai privati mediante accesso sicuro in grado di soddisfare la maggior parte delle necessità di interazione fra privati e pubblico.
- Smart Mobility – le offerte di mobilità puntano a sviluppare soluzioni che abbiano l’obiettivo di risparmiare costi, impatto ambientale, aumentando il risparmio energetico. Soluzioni quindi di mobility management in grado di ridurre al minimo il traffico privato e il conseguente inquinamento.
- Smart People – le persone partecipano apertamente con le istituzioni grazie ad un sistema informativo integrato che permetta loro di essere proattive realizzando quindi un processo decisionale bottom che partendo dai cittadini influenzi e guidi le decisioni delle istituzioni. Per far questo la città intelligente deve potersi appoggiare a un sistema informatico che permetta a chiunque di inviare in tempo reale una segnalazione su un problema o una richiesta. Il primo fondamento della smart city è quindi di essere inclusiva e massimizzare l’apporto di capitale umano e sociale.
- Smart Governance – l’Amministrazione deve dare centralità al capitale umano, alle risorse ambientali, alle relazioni e ai beni della comunità. Quindi il piano di comunicazione ai cittadini non può essere più la bacheca contenente le ordinanze e più in generale gli atti amministrativi della municipalità ma deve basarsi sull’interazione tra le istituzioni, i cittadini e l’apparato burocratico che è al servizio dei primi due.
- Smart Living – l’obiettivo è di garantire ai cittadini la fruizione di tutti gli aspetti inerenti salute, educazione, sicurezza, cultura utilizzando apposite tecnologie rese disponibili in modo semplice e diffuso.
- Smart Environment – gestione ottimizzata dei consumi e delle risorse in modo da migliorare l’efficientamento energetico degli edifici, la gestione dei rifiuti, le aree verdi adottando modelli di “smart-grid” ossia la regolamentazione della distribuzione di energia elettrica in maniera ottimale e di “smart metering” ossia la gestione e conoscenza dei propri consumi.
Anche l’ONU nel suo documento Agenda 2030 identifica con l’obiettivo nr. 11 il modello di smart-city della società moderna che deve andare di pari passo con gli obiettivi di efficienza energetica (efficientamento energetico di edifici e aziende) e di sostenibilità ambientale.
Perché smart city
Secondo le statistiche Eurostat, nel 2020 circa il 75% della popolazione europea vive in città. Un dato destinato a crescere sia in Europa che anche a livello mondiale. Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 il 70% della popolazione globale vivrà in città. Per via di questa concentrazione di persone e attività, le città sono responsabili del 70% delle emissioni di anidride carbonica e sostanze inquinanti nonché di un importante consumo energetico e hanno quindi un forte impatto sui cambiamenti climatici pur occupando solo il 2-3% delle terre emerse. Per questo motivo, il modello di smart city della società moderna deve andare di pari passo con gli obiettivi di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. Non solo: una smart city in cui vivere si traduce in incremento dei livelli di salute, riduzione dell’inquinamento, maggiori opportunità di lavoro e nuovi sbocchi professionali e occupazioni: i ricavi globali previsti per le tecnologie, i prodotti e i servizi delle città intelligenti raggiungeranno i 129 miliardi di dollari nel 2021. Questo fatturato include tutte le entrate generate dalle aziende che offrono tecnologie e prodotti in grado di creare maggiore valore all’interno dell’ambiente cittadino.
Conclusione
Stiamo vivendo un momento storico unico per l’evoluzione tecnologica e sociale, che ci porta a considerare paradigmi nuovi di gestione delle città. Questo percorso è oramai avviato, la progettazione di smart city si tradurrà in un continuo adattamento a diverse situazioni, grazie al supporto di una governance intelligente, dove le nuove tecnologie costituiranno leve strategiche per migliorare la qualità, le prestazioni e l’interattività dei servizi, ridurre i costi e il consumo di risorse, ottimizzare la relazione tra i cittadini e gli operatori della città.
di Cristiano Montesi