Energia rinnovabile, innovazione e digitalizzazione imprese, efficienza energetica degli edifici, agroalimentare, mobilità sono i settori, fra i quelli identificati dal Recovery Plan, in cui gli operatori e le organizzazione della finanza sostenibile stanno già investendo, mentre per il prossimo triennio oltre che nei settori sopra citati si registra interesse anche per l’economia circolare. Gli elementi strategici, che facilitano l’ingresso di investitori nei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono la valutazione di efficacia degli interventi, la governance trasparente delle iniziative, il riferimenti agli indicatori SDGs per lo sviluppo sostenibile.
Sono i principali risultati di un’indagine svolta nell’ambito del Forum per la Finanza Sostenibile che esamina la visione delle organizzazioni attive nel mercato italiano dell’investimento sostenibile e responsabile (SRI) sulle opportunità e le sfide dell’azione di rilancio delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il sondaggio ha interpellato operatori finanziari e organizzazioni che non investono direttamente.
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Il PNRR, come è noto, prevede sei missioni strategiche, divise in 16 componenti:
MISSIONI STRATEGICHE | COMPONENTI |
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura |
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Rivoluzione verde e transizione ecologica |
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Infrastrutture per una mobilità sostenibile |
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Istruzione e ricerca |
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Inclusione e coesione |
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Salute |
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All’interno di questa griglia del Recovery Plan, l’82% degli operatori finanziari sta già investendo in energia rinnovabile, 78% investe in innovazione e digitalizzazione delle imprese, il 74% in efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, il 66% in agroalimentare sostenibile, il 64% in mobilità sostenibile, il 62% in economia circolare. Tutti gli altri settori sono sotto il 50%, quelli al momento meno finanziati sono la digitalizzazione della PA, 14%, i servizi all’infanzia, 24%, e i servizi per disabilità e autosufficienza, 38%.
programmi di investimento per i prossimi tre anni riproducono abbastanza fedelmente la situazione già esistente. Sul fronte degli strumenti di finanziamento, al momento meno della metà dei rispondenti utilizza partenariati pubblico privati (rivolgendosi soprattutto al private equity), mentre la percentuale sale sopra il 60% nell’ambito degli obiettivi per il prossimo triennio. Gli ostacoli maggiori che vengono individuati: mancanza di competenze nel partner pubblico, 50%, mancanza di competenze interne, 39%, eccessiva burocrazia, 33%.
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I Infine, gli elementi strategici per attirare capitali della finanza sostenibile: l’identificazione di indicatori e strumenti di valutazione e misurazione dell’efficacia degli interventi, governance trasparente nella gestione delle iniziative, indicatori di sviluppo sostenibile.
Gian Franco Giannini Guazzugli, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, sottolinea che l’attivazione di «partnership pubblico-privato è una via da percorrere per uscire dalla crisi e costruire nuovi modelli di crescita più sostenibili». Francesco Bicciato, segretario generale del Forum, ritiene che la lunga esperienza delle organizzazioni che si occupano di finanza sostenibile possa «aiutare il governo a potenziare progetti concreti e innovativi come quelli legati a mobilità sostenibile, economia circolare, efficienza energetica».