La tariffa incentivante per la promozione dell’autoconsumo collettivo e gli incentivi alle comunità energetiche da fonti rinnovabili permettono di consumare l’energia che producono, con o senza l’impiego dei sistemi di accumulo. La tariffa è in alcuni casi cumulabile con il Superbonus al 110% nei limiti di legge ed è ci sono stati diversi aggiornamenti da parte del GSE nel corso degli ultimi mesi.
Vediamo i dettagli.
Autoconsumo collettivo: cos’è
Con autoconsumo collettivo ci si riferisce in generale alla possibilità concessa per legge di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta da un impianto di generazione locale e consumarla nell’abito della propria collettività, intesa come i membri di uno stesso edificio. Una comunità energetica per autoconsumo collettivo può, più in particolare, vedere tra i soggetti che la compongono sia condomini che aziende o enti pubblici e persone fisiche.
Secondo la definizione dell’ENEA:
L’autoconsumo di energia è una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.
L’autoconsumo di energia si può dunque realizzare a 3 livelli: individuale, collettivo e di comunità. In Italia, l’autoconsumo collettivo e le comunità energetica (livelli 2 e 3) sono anche riconosciute legalmente (dal 2020). Ogni comunità ha caratteristiche accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi competitivi.
Differenze rispetto alla comunità energetica
- Si parla di autoconsumo collettivo quando si ha un singolo edificio con diverse utenze (un condominio, un centro commerciale, ecc.). Gli impianti possono essere di proprietà di soggetti terzi e usufruire di detrazioni fiscali. Il classico esempio è il condominio con pannelli solari sul tetto che forniscono elettricità alle utenze condominiali ed alle unità abitative del palazzo.
- Si parla di comunità energetica quando i membri che la compongono (tramite contratto) sono un gruppo di privati, enti, PMI che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia. In questo caso i soggetti che partecipano devono necessariamente produrre energia green e condividerla tramite reti di distribuzione esistenti e o con autoconsumo virtuale.
Entrando ancor più nello specifico, le comunità energetiche possono essere di due tipi:
- Comunità Energetica Rinnovabile: con autonomia tra i membri (posti in prossimità degli impianti di generazione) e possibilità di gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) purché generate da fonte rinnovabile.
- Comunità Energetica di Cittadini: non sono previsti i principi di autonomia e di prossimità dei membri e può gestire soltanto la generazione di elettricità.
La legge regolamenta dunque l’autoconsumo collettivo tra famiglie o condomini da un lato e dall’altro le comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti locali ubicati in un perimetro condiviso. Lo scopo è in tutti i casi quello di ottenere forti risparmi in bolletta per le utenze domestiche, condominiali, delle PMI o dei distretti artigiani.
La normativa di rifermento è il DL 162/19 (articolo 42bis) e i relativi provvedimenti attuativi, tra cui la delibera ARERA 318/2020/R/eel e il Decreto MiSE del 16 settembre 2020. Oltre ad introdurre incentivi alle Rinnovabili, si mira ad accelerare sulla transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico in Italia verso un modello decentrato, alimentato con energie pulite. Su questo solco agiscono anche molti degli obiettivi del PNRR.
Autoconsumo collettivo: come funziona
Con l’autoconsumo, l’energia prodotta dal proprio impianto viene utilizzata per le esigenze energetiche del proprio edificio. Con l’autoconsumo collettivo, secondo lo stesso principio, tutti i soggetti che appartengono alla medesima collettività utilizzano l’energia autoprodotta condividendola attraverso la rete di distribuzione esistente. Come funziona? In pratica, ogni utente dispone di un contatore che calcola l’energia consumata ed uno che calcola quella immessa.
Autoconsumo collettivo in condominio: un esempio pratico
Per capire come funziona nella pratica l’autoconsumo collettivo condominiale, proviamo a fare un esempio.
Con l’installazione di un impianto fotovoltaico di adeguate dimensioni, una palazzina è in grado di produrre energia elettrica a sufficienza per alimentare le utenze per le parti comuni dell’edificio e coprire una parte del fabbisogno energetico dei singoli appartamenti del condominio, con una quota di autoconsumo che in media si aggira intorno al 50% dell’energia prodotta.
L’impianto centralizzato usufruisce delle detrazioni fiscali del caso (a partire dal 50% in su, a seconda del progetto complessivo), godendo anche di eventuale sconto in fattura. In più, le famiglie della palazzina possono accedere agli incentivi ventennali sull’energia condivisa, con un risparmio di migliaia di euro, in grado di coprire l’investimento in pochi anni.
Gli incentivi CER 2022
L’11 aprile 2022, il GSE ha aggiornato le regole per costituirsi in Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ossia in associazioni di autoproduzione locale. A tale scopo è possibile inoltrare le domande per i contributi ad esse riservati. Sul sito del GSE sono indicati i requisiti, le modalità di accesso, lo schema di contratto e le tempistiche di erogazione degli incentivi. L’incentivo è infatti regolato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ed è riconosciuto per un periodo di 20 anni.
Fino alla pubblicazione dei provvedimenti che recepiscono la direttiva europea RED II (previsti dal Dlgs 199/2021 di recepimento della direttiva 2018/2001/Ue), si applica la disciplina del decreto Milleproroghe 2020, che definisce regole e incentivi. La tariffa per l’energia autoconsumata è pari rispettivamente a:
- 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo;
- 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
Tra le nuove regole GSE 2022, tuttavia ci sono nuove modalità e tempistiche di calcolo dei contributi.
Le novità del PNRR per l’Autoconsumo
Le comunità energetiche, lo ricordiamo, giocano un ruolo importante nella transizione green prevista dal PNRR, con investimenti mirati, tra cui lo sviluppo delle comunità energetiche e dei sistemi di generazione distribuita con impianti di piccola taglia. Per la promozione di Rinnovabili e autoconsumo sono previsti 2,2 miliardi di euro per il sostegno alle comunità energetiche e alle strutture collettive di autoproduzione, anche nei piccoli Comuni, sostenendo l’economia di aree a rischio di spopolamento.