Che sia per qualche dichiarazione di Trump, per la forza dirompente di una giovane attivista svedese o per l’introduzione dell’ecotassa e dell’ecobonus, il clima è uno dei temi che ciclicamente fanno più discutere. Il problema però, oltre a quello ambientale, è che, come in altri contesti, anche qui si discute troppo e si agisce poco. Ed è proprio per questo motivo che il nostro pianeta soffoca e soffre sempre più.
Meno parole e più fatti, anche perché basta dare una rapida occhiata agli ultimi dati sull’inquinamento per capire che la situazione è preoccupante, soprattutto in Italia. Per il nostro Paese, infatti, il 2018 è stato «un anno da codice rosso per la qualità dell’aria», attanagliata da smog e emissioni atmosferiche.
A sostenerlo è Mal’aria 2019, il dossier annuale di Legambiente che pone l’accento sulla mobilità urbana come fattore critico e dunque anche di possibile risanamento: la circolazione dei veicoli su strada –38 milioni di auto private in Italia, che corrispondo al 65,3% degli spostamenti – e la climatizzazione degli edifici sono la principale causa dell’inquinamento atmosferico.
Tra le tante cose, il report sottolinea come nel 2018 in ben 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono), mentre in 24 dei 55 capoluoghi il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver respirato aria inquinata per circa quattro mesi nell’anno.
Come detto, questi dati confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’inquinamento è uno dei problemi maggiori per il nostro Paese, problema davanti al quale non si può più far finta di nulla.
Per questo motivo sono state introdotte misure che mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente prodotto dagli autoveicoli, con la previsione di incentivi per l’acquisto di auto elettriche e ibride e di una tassa per l’acquisto di auto ritenute inquinanti.
Con la legge di bilancio 145/2018, sono stati introdotti l’ecobonus e l’ecotassa, in vigore dal 1 marzo 2019.
L’ecobonus permetterà a chi acquista autoveicoli a ridotto impatto ambientale, cioè con emissioni di CO2 inferiori ai 70g/kmm, di ricevere alcuni incentivi, sotto forma di riduzione del prezzo d’acquisto. L’ecotassa, invece, prevede che le auto acquistate, anche in leasing, ed immatricolate dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021, siano soggette al pagamento di una tassa in proporzione alla quantità di biossido di carbonio (CO2) emessa per km eccedente la soglia di 160 g/Km.
L’importo dell’ecotassa è suddiviso in quattro fasce, con i seguenti importi:
- 1.100 euro per le auto che emettono dai 161 ai 175 g/km,
- 1.600 euro da 176 ai 200 g/km,
- 2.000 euro dai 201 ai 250 g/km
- 2.500 euro dai 250 g/km in su.
L’obiettivo dell’ecotassa è quello di rendere più conveniente l’acquisto di nuove auto meno inquinanti rispetto ai modelli ad alte emissioni di Co2, per cercare di migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città chiuse nella morsa dello smog.
La speranza è che l’introduzione dell’ecobonus e dell’ecotassa abbiano un impatto importante sulla riduzione dei tassi d’inquinamento nel nostro Paese. Se fosse così, sarebbe una bella dimostrazione che, oltre a parlare, siamo anche in grado di agire.