L’Italia, a sorpresa, svetta nella classifica internazionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, geotermico e biomasse; la produzione complessiva da fonti rinnovabili nel 2009 è giunta a coprire l’intero consumo di energia elettrica delle famiglie italiane, e secondo i dati 2009 dell’European PhotoVoltaic Industry Association (Epia), il nostro paese risulta essere il secondo mercato al mondo nel fotovoltaico subito dopo la Germania. Dal confronto internazionale su dati del 2009, emerge il dato sorprendente della Puglia con una potenza installata di impianti fotovoltaici (161 Mw) pari a quella di tutta la Cina (160 Mw). Sempre alla Puglia il primato della maggior produzione di elettricità da solare , seguita da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte.
E’, dunque, soprattutto il Sud Italia a guidare la crescita di queste attività attraverso specializzazioni innovative: produzione di turbine eoliche, installazione di pannelli fotovoltaici, preparazione di biomasse.
Il settore dell’energia verde si conferma fonte di occupazione e ottimo traino di ripresa. con la nascita di nuovi mestieri anti-crisi, offrendo opportunità per chi vuole mettersi in proprio o fornendo occasioni per la trasformazione tecnologica e la rinascita di attività imprenditoriali considerate in fase di declino.
Nel primo trimestre 2010, dopo un anno di forte recessione, il settore delle imprese potenzialmente interessate alle fonti rinnovabili registra una crescita più accentuata nel Mezzogiorno, e nel Centro mentre nel Nord la crescita é stabile anche se con tassi minori.
Ma le notizie “positive” della produzione non riequilibrano del tutto le contraddizioni del mercato energetico italiano: mentre aumenta la produzione di energia da fonti rinnovabili,con effetti positivi sull’occupazione, le PMI denunciano i costi troppo alti per acquistarla. I “colli di bottiglia” del mercato energetico nostrano restano irrisolti ed anzi si rivelano uno svantaggio competitivo particolarmente pesante, soprattutto rispetto ai paesi europei.
La bolletta elettrica pagata dalle PMI italiane nel 2009 è più salata rispetto al resto d’Europa e si traduce in un extracosto per le PMI, stimato in circa 10 miliardi di euro l’anno . l’elevato costo energetico viene attribuito a fattori di natura sia strutturale che fiscale, il prezzo dell’elettricità è maggiore di quello medio Ue sia al lordo che al netto dell’imposte.
Un bilancio, quello energetico, che ancora non quadra: primi davanti alla Cina…ed ultimi in Europa.