I fondi pensione per far fruttare i propri risparmi sono uno strumento poco comune, perché la rendita mensile complementare non accontenta tutti: solo 3,8 milioni di lavoratori italiani su 12 milioni hanno aderito ai fondi di previdenza complementare (aperto o chiuso). In generale, si preferisce contare sulla previdenza degli enti pensionistici obbligatori e non investire il denaro contante.
In realtà, far fruttare i risparmi e ottenere al contempo denaro liquido da un fondo pensione è legalmente possibile, in casi particolari. Vediamoli.
La pensione complementare è il solo strumento di risparmio che beneficia di incentivi fiscali e deduzioni, per cui è possibile incassare tutto il fondo se la rendita derivante dal 70% del montante finale è inferiore alla metà dell’assegno sociale (che per il 2011 è stato di 5.425 euro circa).
Qualora questa soglia venisse superata, è comunque possibile ridurre il montante accumulato negli anni attraverso la richiesta di anticipazioni: ad esempio per opere di ristrutturazione prima casa (anche dei figli), spese mediche e altre motivazioni considerate valide dalla legge.
Infine, è possibile scegliere una rendita contro-assicurata, che prevede – nel caso di decesso del pensionato – il versamento del montante agli eredi. Una sorta di protezione, quindi, che può risultare più conveniente rispetto alle misure tradizionali.