Ammontano a un totale di 230 milioni di euro i nuovi fondi destinati alla legge 488, dei quali 152 milioni erogati a favore delle imprese. Più in particolare, una parte (50 mln) andrà in favore dell’industria bellica ed una parte (48 mln) ai patti territoriali e contratti d’area del Centro-Nord (legge n. 662/96).
L’obiettivo è di favorire razionalizzazione, ristrutturazione e riconversione produttiva delle imprese che costruiscono materiali di armamento (legge n. 237/93, all’articolo 6, commi 7, 8, 8 bis e 9).
In realtà 78 milioni sono inutilizzabili poiché in perenzione amministrativa, ovvero eliminati dal Bilancio dello Stato perché finora iscritti nei residui passivi, ma non utilizzati entro il tempo limite.
Uno stravolgimento ai finanziamenti previsti dalla ex legge 488/992, i quali ponevano come priorità lo stanziamento di risorse per le attività produttive del Mezzogiorno, determinato dal decreto dello Sviluppo economico firmato dall’ex ministro Claudio Scajola e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 218 del 17 settembre 2010.
Viene così finanziato un settore, quello dell’industria delle armi, considerato strategico per lo sviluppo industriale del paese. Sono infatti numerose le domande già pervenute per un totale in progetti di investimento di 201,8 milioni. Buone le prospettive sul fronte occupazionale, ci si aspettano infatti ricadute positive in favore delle piccole e medie imprese, soprattutto delle aree del Mezzogiorno.