Il 2013 è stato l’anno del boom per le cessioni del quinto: 2 miliardi di euro di erogazioni sulla base dello stipendi, contro l’1,5 miliardi del 2011. A richiedere prestiti con la formula della cessione per combattere il credit crunch sono stati soprattutto dipendenti privati (58,6%) e pensionati (16%).
Cessione del quinto
La cessione del quinto dello stipendio è una delle forme più diffuse di finanziamento poiché consente al lavoratore di ottenere una somma di denaro subito. Il rimborso verrà effettuato direttamente dal datore di lavoro con addebito in busta paga fino al quinto dell’ammontare dell’emolumento valutato al netto di ritenute (articolo 5 del D.P.R. 180 del 1950). Ormai un quarto dei contratti è caratterizzato da questo strumento. Il boom della cessione del quinto testimonia ancora una volta quanto sia tuttora pressante la crisi economica.
Svantaggi
Questa forma di prestito presenta lo svantaggio di avere costi di mediazione tra i più alti rispetto ad altre forme di prestito; in più non tutti possono aderire alla cessione del quinto e non sempre le banche accettano di erogare prestiti ai dipendenti di piccole aziende o iscritti a forme di previdenze private.
I risparmi in Italia
Nonostante ciò sta crescendo il numero di persone che chiedono la cessione del quinto anche per acquistare una nuova auto o sistemare casa. In parallelo stanno diminuendo gli italiani che si affidano al risparmio gestito, dove solo il 10% considera raggiungibili i propri piani di investimento e risparmio così come inizialmente prefissati. Chi riesce a risparmiare lo fa per i figli (21%) o per tutelarsi in caso di spese non previste legate all’abitazione (16%). Da segnalare un 19% che dichiara di aver rilevato un aumento delle entrate mensili volte a favorire risparmio-investimento.