Portare la qualità del sistema produttivo “Made in Italy” all’estero è l’obiettivo della missione in Cina promossa da Governo, Confindustria, ICE, e ABI: in chiusura domani. Lo sponsor dell’iniziativa Intesa Sanpaolo – alla quale partecipano 230 aziende, 9 gruppi bancari e 9 associazioni di settore – ha scelto Shanghai per annunciare lo stanziamento di 4 miliardi di euro a favore dell’internazionalizzazione delle Pmi italiane.
Plafond che finanzierà due servizi: “Export 360°” e “Tradeway“.
Il primo garantirà alle imprese il credito necessario per tutte le fasi di un’operazione commerciale: dagli anticipi sulle esportazioni allo smobilizzo delle fatture. Il secondo servirà invece a fornire consulenze informative, con la possibilità per le aziende di essere inserite in database e reti commerciali aziendali e ricevere informazioni su clienti esteri.
L’obiettivo è rilanciare l’economia italiana partendo da un paese, la Cina, che non sembra aver conosciuto alcun effetto della crisi, se non un piccolo rallentamento l’anno scorso per poi rimettersi in moto con un +11,7% nel primo trimestre (+8,7% nel 2009).
Tra i pochi settori dell’economia cinese toccati dalla crisi c’è l’Export, che nel 2009 ha fatto registrare un -13%. Ma la scelta politica di sostenere i consumi interni è tornato a crescere e la Cina è tornata a comprare, soprattutto dall’Italia. La Cina è infatti l’unico Paese ad aver aumentato la quota di beni di consumo comprati dal nostro paese per un valore di 6,3 miliardi di euro.
Con la sua vitalità e dinamicità, la Cina si candida come Paese ideale per le nostre aziende, per poter rifiorire nel mercato internazionale: la crisi ha di fatto reso la collaborazione tra Italia e Cina un’opportunità, portando le esportazioni dal nostro Paese a crescere del +3,5%.