La mancata proroga della piccola mobilità per il 2013 – incentivo all’assunzione dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo dalle PMI sotto i 15 dipendenti – rischia di produrre gravi effetti a catena sulle imprese, in primis la restituzione del bonus sui contributi versati dalle aziende che hanno applicato l’agevolazione, e che ora dovranno saldare il relativo debito contributivo maturato. Ma non mancano le proteste: la richiesta è che il governo ponga rimedio con la Legge di Stabilità attualmente in discussione in Parlamento. Vediamo esattamente qual è il punto.
Assunzioni non agevolate
Con la Circolare 2150/2013 l’INPS ha specificato che per le assunzioni 2013 non ci sono incentivi alla piccola mobilità, in nessun caso. Il problema sorge per le assunzioni e le stabilizzazioni contrattuali riferite al 2012: la Circolare 13/2013 dello scorso gennaio non vi faceva alcun riferimento, con il risultato che le aziende hanno applicato gli incentivi convinti di averne diritto (ad esempio, a chi il lavoro lo aveva perso nel 2012 oppure alle trasformazioni di contratto siglate in quell’anno). La precisazione INPS che esclude anche queste possibilità (la 150/2013) è arrivata solo in ottobre. E qui scatta la beffa: tocca rimborsare l’incentivo.
Rimborso incentivi
Quel che era uno sgravio a credito per le imprese rischia di diventare un debito da sanare. Secondo i primi calcoli, ogni impresa che ha applicato gli incentivi per assunzione agevolata (migliaia) dovrà restituire 4-6mila euro. Molte, infatti, in mancanza di indicazioni chiare hanno effettuato le assunzioni pagando il contributo agevolato del 10%, contro un regime contributivo ordinario intorno al 30%. Soltanto adesso è stato chiarito che non spettavano incentivi per coloro che, assunti nel 2013, erano stati licenziati (da aziende sotto i 15 dipendenti) nel 2012, né spettavano per le trasformazioni a tempo indeterminato di contratti che erano stati instaurati a termine, sempre nel 2012.
La protesta
I piccoli imprenditori lamentano che la mancata proroga, riguardando i licenziamenti effettuati dalle PMI con meno di 15 dipendenti, colpisce in particolare la piccola imprenditoria, a partire proprio dagli artigiani. In definitiva, una legge che «sulla carta era fatta per incentivare l’occupazione finirà invece col punire chi ha dato lavoro a chi il lavoro l’aveva perso» sottolinea Giuseppe Sbalchiero presidente di Confartigianato Veneto, che chiede al Governo di «porvi rimedio con la legge di Stabilità» annunciando che nel frattempo gli imprenditori faranno «tutti i passi necessari a far sì che intervenga».