Per stimolare le compravendite di veicoli green senza pesare sulle finanza pubbliche, il Ministero dello Sviluppo Economico, come anticipato dal titolare Flavio Zanonato – sta pensando ad un nuovo meccanismo:
- chi acquista un’auto a basse emissioni usufruisce di un incentivo,
- chi acquista una vettura inquinante paga una tassa più alta sull’immatricolazione.
Non è però garantito che il meccanismo si applicherà ai nuovi acquisti. L’ipotesi è comunque quella di fissare una soglia di emissioni di CO2, sotto la quale scatta il bonus: chi la supera paga invece una tassa supplementare di immatricolazione, proprozionale allo sforamento. Sarebbe una nuova opportunità di rinnovo per le flotte aziendali ma il meccanismo potrebbe fallire sul piano pratico.
Incentivi contro tasse
“Una forma di intervento legato alle vetture con alimentazione alternativa (metano, elettrico e ibrido): niente incentivi sulla rottamazione” ha anticipato Zanonato a margine dell’incontro a Bolzano tra Confindustria e Bdi, in vista dell’incontro del 24 ottobre con i produttori di autoveicoli e componentistica del settore Auto. L’obiettivo è di orientare il mercato dell’auto verso le tecnologie Green Tech, con un meccanismo che si finanzia da solo, Un sistema simile esiste in Francia, dove ha funzionato anche troppo bene: le vendite di auto a basse emissioni sono decollate, parecchio, penalizzando però i veicoli non incentivati; di conseguenza le tasse aggiuntive sulle auto inquinanti non sono bastate a coprire gli incentivi. Il risultato? Dal 2014 cambieranno le soglie di Co2. E’ bene dunque modulare con accortezza la nuova misura (magari orientadosi sul mercatro dell’usato ed aumentando le tasse sul passaggio di proprietà?): la nuova formula di incentivazione – se ben orchestrata – potrebbe rivelarsi più efficaci per il consumatore di quelli 2013.
Eco-incentivi a confronto
Gli ultimi incentivi auto, come noto, erano pochi e quasi del tutto rivolti alle aziende, principali destinatarie, che hanno potuto usufruirne ma anch’esse in modo ridotto, perché nella maggior parte dei casi era necessario la rottamazione di un’auto di almeno 10 anni (in genere le flotte aziendali vengono rinnovate con maggior frequenza). E’ inoltre possibile che il nuovo meccanismo permetta di superare l’attuale superbollo sulle auto di grossa cilindrata, che non sta producendo gli effetti sperati, anzi.