L’Agenda Digitale prende corpo: grazie alla collaborazione tra Governo e Regioni, sono in arrivo bandi per un totale di 900 milioni di euro a favore della banda ultralarga contro il digital divide, nell’ambito del “Progetto Strategico Banda Ultralarga”.
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Banda larga
La mancanza di copertura a banda larga è problema che affligge l’Italia, Mezzogiorno in particolare: l’obiettivo del primo bando o è quello portare Internet ultra-veloce almeno al 40% dei cittadini di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia.
Si tratta di oltre 7 milioni di persone: banda larga per 2,8 milioni residenti in 3.600 località italiane e banda ultralarga a 4 milioni di cittadini residenti in 180 Comuni del Meridione.
Digital Divide
Il secondo bando avrà il duplice vantaggio di contrastare il digital divide, diffondendo la banda ultra-larga da 30 mbps a 100 mbps, e creare 5.000 nuovi posti di lavoro.
Obiettivi che rientrano nella tra i punti fondamentali dell’Agenda Digitale Europea. In più gli studi OCSE dimostrano che azioni di questo tipo possono portare incremento del PIL fino a 1,3 miliardi di euro.
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Fondi Agenda Digitale
Dei 900 milioni di euro stanziati, 237 arrivano da fondi privati e oltre 347 milioni di euro sono stati mobilitati con la rimodulazione dei programmi cofinanziati e confluiti nel progetto grazie al Piano d’Azione per la Coesione d’intesa con le Regioni.
“Un passo in avanti fondamentale per lo sviluppo del Paese” lo hanno definito il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca e il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
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Osservatorio Agenda Digitale
Anche secondo l’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano l’Agenda Digitale rappresentata un’occasione per rilanciare la competitività e l’occupazione dell’Italia, obiettivi per i quali è necessario cavalcare le nuove tecnologie digitali.
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Secondo i risultati dell’Osservatorio, presentati al Convegno “Qual è la vera Agenda Digitale di partiti e coalizioni?” l’attuazione di un’Agenda Digitale per il Paese porterà a liberare risorse per oltre 70 miliardi di euro. Dal contrasto all’evasione fiscale e dal miglioramento dell’efficienza della PA arriverebbero 35 miliardi di euro così ripartiti:
- 5 miliardi di euro grazie ad una maggiore penetrazione dei pagamenti elettronici consumer, che porteranno ad una riduzione dell’evasione su IVA e imposte;
- 10 miliardi di euro portando nelle imprese la conservazione sostitutiva di documenti fiscali, maggiormente controllabili dall’Agenzia delle Entrate;
- 5 miliardi di risparmi grazie ad una adozione dell’eProcurement nella PA che passerebbe dall’attuale 5% al 30%, riducendo i costi di acquisto di beni e servizi;
- 15 miliardi di euro da risparmi sui costi del personale pari al 10% grazie alla digitalizzazione processi della PA a favore della produttività.
Altri 25 miliardi arriverebbero dal rapporto più semplice tra PA, imprese e cittadini di cui 23 miliardi di euro dalla digitalizzazione dei processi di interfaccia tra PA e Imprese, e 2 miliardi di euro dai Pagamenti elettronici della PA volti a rispettare i tempi imposti dalla Direttiva 2011/7/UE, riducendo del 50% i costi per i ritardi di processo.
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Ci sono poi altri 6 miliardi di euro, frutto della digitalizzazione dei processi commerciali tra le imprese (fatturazione elettronica estesa o eCommerce B2b) e 3 miliardi di euro grazie alla crescita dei mercati digitali.
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