Favorire il controesodo dei giovani talenti italiani al momento attivi all’estero, e incentivare la creazione di nuove attività nate da iniziative di imprenditoria giovanile: questo il fine del bando “Welcome Talent Business” ideato dal Comune e della Camera di Commercio di Milano che si aprirà il prossimo 13 luglio.
Il bando mette a disposizione dei talenti nazionali nuove risorse fino a 520 mila euro per finanziare nuovi progetti imprenditoriali che siano allineati con la c.d “legge controesodo” (legge n. 238/2010 “Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”): sono previsti contributi a fondo perduto fino a 40 mila euro per lo start up d’impresa più un premio di 20 mila euro destinato alle migliori idee imprenditoriali.
Destinatari del bando
Il bando è destinato ai giovani italiani residenti stabilmente all’estero da almeno due anni e con esperienze lavorative maturare oltralpe, ma anche ai laureati che abbiano conseguito una laurea o una specializzazione attraverso la frequenza di corsi fuori dall’Italia. Spetterà ai giovani selezionati avviare un’impresa con sede legale e/o operativa a Milano entro 6 mesi dalla data di assegnazione del contributo, con l’impegno di riportare il proprio domicilio in entro 3 mesi dall’avvio dell’impresa.
Così ha presentato il bando l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca Cristina Tajani.
«Vogliamo favorire il rientro dei giovani talenti che hanno maturato esperienze internazionali di alto livello e che vogliono fare impresa a Milano, perché siamo convinti che ciò possa incidere positivamente sul dinamismo dell’economia della nostra città e del nostro Paese e creare nuova occupazione. Il bando ‘Welcome Talent Business’ si inserisce in un percorso più generale sulle Start up d’impresa, rispetto al quale abbiamo promosso diverse azioni: dal fondo di 10 milioni per gli incubatori alle misure contenute nel Pgt, fino all’agevolazione IMU che sarà approvata in bilancio. Sono convinta che sul tema della generazione di imprese giovani e dai contenuti innovativi si possa costruire un ‘progetto città’ che coinvolga diversi attori: naturalmente il Comune di Milano, ma anche Camera di Commercio, Università e fondi di finanziamento privati.»