Sono numerosissime le Pmi italiane che hanno problemi di accesso al credito o di liquidità, spesso causati dal ritardo nei pagamenti dalla PA: per ovviare al problema, le imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione possono effettuare la cessione pro-soluto alle banche.
È la novità introdotta dalla Cdp (Cassa depositi e prestiti) in risposta alle richieste delle imprese vessate dalla crisi economica e che non hanno mai ottenuto la auspicata direttiva che le tutelasse contro il ritardo nei pagamenti dalla PA.
Sul piatto ci sono 2 miliardi di euro, che permetteranno alle Pmi di riscuotere e monetizzare i crediti maturati.
Altri 8 miliardi di euro (per un plafond totale di 10 miliardi) sono destinati dalla Cdp per l’accesso al credito delle imprese, quindi finalizzato a concedere finanziamenti, anche sotto forma di leasing finanziario, per le Pmi che investono o hanno bisogno di liquidità per la propria attività.
Il preannunciato “Nuovo Plafond Pmi“, frutto dell’accordo tra Cdp e ABI è stato presentato ufficialmente a Roma in una conferenza stampa congiunta ed è un’iniziativa rivolta espressamente alle piccole e medie imprese, secondo la definizione dalla Commissione europea (2003/361/CE): aziende con meno di 250 addetti, con fatturato non superiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio non superiore ai 43 milioni.