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Prestiti: cercasi imprese bancabili

di Francesca Vinciarelli

25 Novembre 2015 10:53

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Le banche vanno alla ricerca di imprese con piani di investimento per proporre nuovi finanziamenti: i nuovi trend dell'accesso al credito in Italia.

Cambiano i meccanismi dell’accesso al credito: con i primi segnali di ripresa sono le banche ad andare in cerca di imprese bancabili, vale a dire aziende in salute altre quali concedere prestiti. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Associazione bancaria italiana (Abi), secondo la quale i prestiti alle imprese sono aumentati del +16,2%.

«La percezione diretta è che da vari mesi si sia invertito il meccanismo della concorrenza: prima erano le aziende, soprattutto quelle in difficoltà, a chiedere quattrini; da qualche mese sono invece i direttori di filiale che prendono l’elenco delle aziende bancabili, le vanno a trovare e offrono loro finanziamenti a condizioni vantaggiose», spiega Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, durante un seminario a Ravenna.

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Secondo l’AbiI il costo del credito per le imprese in Italia è diventato uno dei più bassi in Europa per via della vistosa concorrenza tra gli istituti di credito che caratterizza il nostro Paese. Dietro alla nuova tendenza delle banche italiane c’è il fatto che, nel caso in cui abbiano preso in prestito del denaro dalla BCE a condizioni vantaggiose (Ltro e Tltro) con lo scopo di destinarlo alle imprese, se questo non avviene il denaro deve essere restituito.

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Fattore che ha portato ad un aumento di nuovo finanziamento nei primi nove mesi del 2015 pari al +16,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. Per il futuro prossimo l’Abi stima un rapporto impieghi/PIL tendenzialmente stabile e un accesso diretto delle imprese al mercato finanziario.

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Per una vera e propria ripresa del credito tuttavia bisognerà attendere il 2017, mentre il 2016 sarà ancora un anno difficile per le sofferenze:

«Per gli impieghi, nei dati di luglio che aggiorneremo a dicembre, avevamo previsto una crescita un po’ superiore all’1% a fine anno — ha spiegato il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero —. In realtà ci aspettiamo che a fine anno saremo su un valore positivo ma inferiore all’1%».

Per quanto riguarda la dinamica di stock si prevede che passi dal 10,8% atteso quest’anno al 4,1% del 2016 e al -1,2% nel 2017.