La Legge di Stabilità (comma 215) ha istituito in via sperimentale il contratto di ricollocazione, in controtendenza rispetto ai più recenti sforzi del Legislatore, che a causa della crisi si sono concentrati sulle politiche passive del lavoro, sostenendo il reddito con fondi per la disoccupazione o la cassa integrazione che non comportavano necessariamente la ricerca di nuovo impiego o la riqualificazione professionale. Il contratto di ricollocazione tenta invece di favorire il reinserimento del lavoratore nel tessuto produttivo, stabilendo un contatto diretto tra Stato e Regioni.
Scopri il contratto di ricollocazione nella Legge di Stabilità
Le Regioni, che hanno la competenza legislativa e amministrativa in materia di servizi per l’impiego, sono libere di prendere parte alla sperimentazione, scegliendo un intervento attivo in luogo dei sempre più diffusi corsi di formazione.Basta una delibera regionale per stipulare la nuova tipologia di contratto, mettendo a disposizione voucher a copertura dei costi per la ricerca di lavoro. I buoni sono divisi in una parte fissa e una variabile (più consistente) legata alla ricollocazione del lavoratore, che potrà rivolgersi a una delle agenzie accreditate presso la propria Regione e appoggiarsi ad un tutor con mansioni di assistenza e ricerca di eventuali corsi di riqualificazione.
Voucher Lavoro
Il valore del voucher cambiano a seconda del livello di ricollocabilità del lavoratore, così da evitare che le agenzie si concentrino sulle figure professionali più ricercate (che avranno un voucher meno considerevole), tralasciando i lavoratori con maggiori problemi di reinserimento (i cui voucher saranno ben più redditizi). Al primo rifiuto di una iniziativa o di un posto di lavoro, il lavoratore subirà una prima contestazione dal parte del tutor con la conseguente perdita di metà dell’indennità, che verrà completamente azzerata alla seconda contestazione.
La particolarità della nuova disciplina, che ha potuto manifestare la propria validità in Paesi come l’Olanda, consiste soprattutto nella competizione tra agenzie accreditate: quella che si dimostri troppo accondiscendente verso il lavoratore rischia di non trovargli un’occupazione e quindi di non incassare il voucher; quella troppo rigida sarebbe non gradita ai lavoratori, che si rivolgerebbero invece alla struttura capace di ricollocarli in tempi brevi e con criteri equi e ragionevoli, trovando un punto d’incontro tra aspirazioni e richieste del mercato.