Nuove misure per facilitare l’accesso al credito delle imprese in arrivo con la Legge di Stabilità: il Governo presenterà un emendamento per una “piattaforma per il credito alle PMI”. «Si tratta di uno strumento che – ha spiegato il viceministro all’Economia Stefano Fassina all’assemblea dei giovani imprenditori di Confcommercio a Venezia – consentirà alla Cdp di acquistare pacchetti di credito da destinare alle PMI, sollevando le banche dai rischi di credito». Lo strumento va oltre il Fondo di Garanzia e «si porterà via dai bilanci delle banche il peso dei crediti rischiosi, trasferendolo alla garanzia pubblica».
Non si esclude che in arrivo ci sia un intero pacchetto di emendamenti dell’Esecutivo che contenga anche il rifinanziamento dei consorzi Fidi e che in generale sintetizzi le diverse posizioni in seno alla maggioranza. Sempre che le turbolenze interne ai partiti, in primis la scissione del Pdl, non complichino in qualche modo i lavori parlamentari e quelli sulla manovra 2014.
Emendamenti e misure per imprese
Fra gli emendamenti più discussi spicca il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori, che si vorrebbe alzare rispetto a quanto previsto dal testo del ddl: l’ipotesi di innalzare la soglia di esenzione a 12mila euro sembra comunque poco sostenibile. Vi è poi il capitolo tasse sulle casa (dalla Trise alla Tuc). Al momento, nel testo del Ddl Stabilità sono già contenute numerose misure pensate per le imprese. Ecco in sintesi le principali, sempre considerando che sarà tutto da vedere in sede di discussione parlamentare:
- Riduzione contributi INAL per 1 milione di euro nel 2014, 1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2016.
- Sconto fiscale per imprese che assumono a tempo indeterminato: fino a 15mila euro per ogni assunto.
- Restituzione contributo ASPI dell’1,6% per contratti a tempo determinato trasformati in indeterminato.
- Incremento agevolazione ACE a sostegno dei capitali reinvestiti in azienda.
- Deducibilità 20% IRES e IRPEF dell’IMU su immobili strumentali delle imprese.
Un ulteriore fattore da valutare è la parziale bocciatura UE, che significa non poter ricorrere alla clausola di salvaguardia sugli investimenti da 3 miliardi di euro. «Ma quale bocciatura!» ha però commentato il ministero dell’Economia Fabrizio Saccomanni in un’intervista al Corriere della Sera, specificando che non ci sarà alcuna manovra aggiuntiva e nemmeno interventi supplementari. Il ministro ripete che la Commissione non tiene conto di altre misure fuori manovra. In merito al “bonus”, in base alla quale i Paesi fuori dalla procedura per deficit eccessivo possono fare investimenti aggiuntivi, «come ha ricordato lo stesso commissario Olli Rehn – spiega Saccomanni – l’Italia potrà invocare la clausola per gli investimenti nel corso del 2014 se si materializzeranno gli effetti finanziari degli interventi che ho menzionato prima» Per approfondimenti: ecco la nota del Governo con le dichiarazioni di Saccomanni.