Una proposta per il finanziamento delle PMI a costi bassi che potrebbe valere 120-150 miliardi in 5 anni: l’ha messa a punto un pool di economisti dell’Action Institute (fra gli altri, il premio Nobel Michael Spence, il docente di Harvard Alberto Alesina, l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini) che ne annunciano la presentazione in commissione Finanze alla Camera.
Si tratterebbe di creare un Fondo con obiettivi paragonabili a quelli del Fondo di Garanzia per le PMI, finanziato con risorse europee (fondi strutturali non utilizzati: 10 miliardi di euro), volto a garantire prestiti alle PMI con tassi agevolati: valutata una platea di crediti eligibili fra i 120 e i 150 milioni di euro.
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Prestiti PMI
Il fondo fornirebbe una garanzia concessa a fronte del pagamento (da parte della banca) di una commissione commisurata alla perdita attesa (first loss), garantendo il 75% della perdita non attesa (second loss). Un meccanismo pubblico-privato, in cambio del quale la banca concede il prestito a condizioni favorevoli. Gli economisti stimano che si ridurrebbe di 80-100 punti base il costo del prestito per le PMI. Significa ridurre lo spread fra il costo di un prestito a una PMI italiana, ad esempio, con quello a una PMI tedesca.
In Italia, il tasso di interesse di un nuovo credito a una PMI a fine 2012, secondo l’analisi dell’Action Institute, era pari al 5,6%, contro il 2,7% di quello a un’azienda tedesca. Significa un costo del credito pari a 2mila euro per dipendente, e uno svantaggio competitivo pari al 4-5% di costo del lavoro o del 10% di utili operativi.
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Funzionamento del Fondo
L’utilizzo dei fondi strutturali dovrebbe assicurare il rispetto delle normative comunitarie contro gli Aiuti di Stato: gli economisti ritengono anche che non ci siano rischi per lo Stato italiano.
Le aziende finanziabili andrebbero selezionate in base a requisiti di affidabilità creditizia, rating e via dicendo (approfondisci i modelli di valutazione per le PMI).
Questo veicolo finanziario potrebbe essere gestito dallo stesso Fondo di Garanzia delle PMI o dalla BEI, Banca Europea degli Investimenti.
Fra i vantaggi per le banche ci sarebbe quello di incrementare i prestiti alle PMI come asset finanziabile dalla BCE con operazioni di cartolarizzazione. Per le imprese il vantaggio è nel colmare il gap competitivo rispetto alle concorrenti UE, e il sistema dell’Eurozona potrebbe contare su una miglior trasmissione della politica monetaria a sostegno della crescita. In linea con gli obiettivi della stessa BCE.