Con un decreto attuativo, il Ministero dell’Economia stanzia i primi 10 miliardi per finanziare il saldo delle fatture della PA alle imprese garantendo le anticipazioni volte a pagare i debiti maturati al 31 dicembre 2012 degli enti territoriali.
Altri 500 milioni sono invece destinati alla restituzione dei debiti a carico dei Ministeri.
Si tratta di un provvedimento tecnico, che come previsto dal decreto sulla restituzione dei debiti (dl 35/2012), stanzia le somme da far affluire nei fondi che dovranno coprire le esigenze di cassa degli enti locali e dell’amministrazione centrale che hanno bisogno di prestiti per effettuare i pagamenti.
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Il Dl (art. 1 comma 10) stanzia 10 mld per il 2013 da gestire attraverso il “Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili” diviso in tre sezioni:
- Enti locali (Comuni e Province) 2 miliardi;
- Regioni 3 miliardi;
- Servizio Sanitario Nazionale 5 miliardi.
I 500 milioni destinati alle amministrazioni statali sono previsti dal comma 2 dell’art. 5 dello stesso Dl sulla restituzione dei debiti, stanziati per il 2013 nell’ambito del già esistente Fondo ministeriale istituito con la legge 266/2005.
Queste dotazioni finanziarie, ora operativamente disponibili grazie al decreto ministeriale attuativo, saranno distribuite alle amministrazioni che ne faranno richiesta (entro il 30 aprile) con un altro decreto ministeriale da emanare entro il 15 maggio.
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Fondi insufficienti?
Peccato che, secondo le analisi della Cgia di Mestre, che i debiti pregressi ammonterebbero a 120-130 mld di euro, ben oltre i 91 stimati da Bankitalia “dimenticando” i crediti vantando dalle PMI.
Secondo l’associazione imprenditoriale diretta da Giuseppe Bortolussi, questa cifra non incamera le somme che la PA deve alle aziende sotto i 20 dipendenti, perché è stata calcolata con indagine campionaria tra imprese di maggiori dimensioni. Fra l’altro, le PMI con meno di 20 dipendenti (non monitorate) sono il 98% di quelle presenti nel paese.
Dall’indagine campionaria di Bankitalia sono escluse anche le imprese dei servizi sociali e sanitari.
Risultato: con ogni probabilità il debito della PA verso le imprese è molto più alto, intorno ai 120-130 miliardi di euro.
La Cgia chiede «al Governo o al ministero dell’Economia di attivare la Ragioneria Generale dello Stato, affinché sia data una stima meno approssimativa di quella attualmente in circolazione».
L’associazione insiste anche sulla necessità di prevedere esplicitamente che lo smobilizzo dei debiti sia accompagnato dall’impegno delle imprese che ricevono i pagamenti a saldare in tempi rapidissimi gli arretrati accumulati nei confronti dei subappaltatori e subfornitori, in modo che l’intero sistema produttivo possa beneficiare della nuova ondata di liquidità.
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