Con la firma del decreto attuativo del riordino degli incentivi alle imprese – previsto dall’art. 19 del Decreto Sviluppo bis (DL 179/2012 ) – entra nel vivo il ruolo dell’Agenzia per l’Italia Digitale nel definire gli interventi alla base del nuovo modello di erogazione dei fondi al sistema produttivo (Fondo per la Crescita sostenibile).
I contributi pubblici non saranno più elargiti direttamente alle aziende ma iscritti in progetti di finanziamento più ampi, che coinvolgano vari attori e siano ricollegabili agli obiettivi dell’Agenda Digitale (Ricerca, Sviluppo, Innovazione), in linea con il nuovo programma UE Horizon 2020.
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L’obiettivo è di supportare lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, in grado di dare nuovo impulso all’economia e incrementare le competenze sul territorio nazionale.
Con l’approvazione dello Statuto dell’AID, appena approvato, il Governo potrà attuare le strategie e gli obiettivi dell’Agenda digitale italiana ed europea prioritari per la crescita e lo sviluppo del Paese.
I progetti supportati dall’AID potranno riguardare lo sviluppo o l’integrazione di tecnologie in sistemi innovativi, la realizzazione di prototipi industriali innovativi; le attività di ricerca per lo sviluppo di servizi, soluzioni e prodotti innovativi di pubblica utilità o capaci di rafforzare la competitività delle PMI, o di promuovere l’uso della Piattaforma per la gestione della Rete logistica nazionale.
L’Agenzia per l’Italia Digitale dovrà inoltre favorire: sviluppo di smart cities, servizi a banda ultralarga, valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, moneta elettronica, sostenibilità ambientale, difesa e sicurezza.
Per i progetti volti alla realizzazione di prototipi industriali, sarà compito dell’Agenzia emanare un bando per imprese singole o in partenariato, anche associate a organismi di ricerca.
Alla proposta farà seguito una valutazione tecnico-scientifica e finanziaria, che potrà esplicarsi anche attraverso la combinazione tra sovvenzioni pubbliche e private, prestiti agevolati, e altri strumenti, con ripartizione del rischio (Risk sharing facility per l’innovazione digitale – RSFID). Per renderlo attivo sarà necessario un accordo quadro (MiSE, Miur e Coesione territoriale) in collaborazione con BEI (Banca Europea per gli Investimenti), Cassa Depositi e Prestiti e altri investitori istituzionali.