La difficile congiuntura economica può portare imprese, dipendenti e pensionati a chiedere un prestito bancario o un mutuo per far fronte al bisogno di liquidità.
Sul fronte dei mutui, questo 2013 non è iniziato in maniera molto diversa da come si è chiuso il 2012: gli spread restano in media al 3,5% per i mutui a tasso variabile e al 4% per i mutui a tasso fisso.
Percentuali ben superiori a quelle che si erano registrate nel 2011, quando c’erano mutui che venivano stipulati anche con spread applicati dalle banche inferiori all’1%.
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La causa è delle difficoltà di accesso al credito interbancario, ovvero da parte delle stesse banche, che ha ovviamente conseguenze sui clienti finali.
Tra coloro che possono accedere a mutui agevolati ci sono i dipendenti pubblici ed i pensionati, chiedendo un finanziamento all’INPS (Gestione ex INPDAP).
I mutui per l’acquisto dell’immobile usato come prima casa, per dipendenti pubblici e pensionati prevedono infatti un tasso fisso del 3,75% e tassi variabili dell’1,23% (con spread al 0,9%).
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Il mutuo INPS può avere una durata variabile tra i 10 ed i 30 anni, per un importo massimo di 300mila euro, che può coprire fino al 100% del valore dell’immobile (stabilito da un perito).
Per i dipendenti è richiesto un contratto a tempo indeterminato e per i pensionati l’iscrizione da almeno 3 anni alla Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali.
In entrambi i casi l’«iscritto o i componenti il nucleo familiare non devono risultare proprietari di altra abitazione in tutto il territorio nazionale».
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Le domande di accesso al mutuo devono essere inviate dal 1° al 10 di gennaio, maggio o settembre di ogni anno, all’Ufficio Provinciale o Territoriale INPS Gestione ex INPDAP competente.
Il mutuo verrà concesso, a patto di rispettare i requisiti richiesti, fino ad esaurimento dei fondi assegnati ogni quadrimestre alla Direzione regionale: 800 milioni di euro per il 2013, suddivisi su base Regionale.