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PMI e accesso al credito nell’Eurozona

di Carlo Lavalle

Pubblicato 2 Luglio 2015
Aggiornato 29 Settembre 2017 14:15

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Accesso al credito per le PMI della zona Euro: indagine BCE conferma le difficoltà per l'Italia, soprattutto microimprese, ma migliora la fiducia su finanziamenti, fidi e crediti commerciali.

All’indomani del default della Grecia è interessante fare il punto sulle condizioni dell’accesso al credito in Europa dove, per la prima volta dal 2009, le PMI dichiarano minori problemi ad ottenere finanziamenti bancari. Almeno secondo il “Survey on the access to finance of enterprises in the Euro area” della Banca Centrale Europea, condotto nel periodo ottobre 2014-marzo 2015 su 11.720 aziende (il 71% con meno di 250 dipendenti). Secondo quanto rilevato, la questione è meno scottante per le PMI di Belgio, Germania e Finlandia, ma in Italia e Portogallo la situazione resta stabile (punteggio 6 su scala 1 a 10), con criticità soprattutto per le microimprese. 

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Credito bancario

Quanto ai termini e alle condizioni del credito bancario, secondo l’indagine BCE i tassi di interesse si sono ridotti, mentre ammontare ed arco temporale del prestito concesso si sono ampliati. Nondimeno, le PMI segnalano un inasprimento delle richieste di garanzie e di altri requisiti collaterali: in genere, a garanzia si richiede la proprietà fondiaria e gli immobili. Per gli imprenditori italiani, spagnoli, greci, portoghesi e slovacchi, dunque, le condizioni di prestito vengono ritenute ancora troppo onerose, specialmente per micro e piccole aziende. Garanzie e requisiti collaterali sono spesso causa di rinuncia alla richiesta di un finanziamento bancario per le PMI austriache, tedesche, greche e italiane.

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Entità dei prestiti

Riguardo all’ammontare del prestito, si ottengono in genere cifre inferiori ai 100.000 euro: il 14% al di sotto di 25.000 euro, il 28% tra 25.000 e 100.000. Prestiti maggiori solo per il 34% delle PMI: il 22% tra 250.000 euro e 1 milione di euro, il 12% 1 milione di euro.

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Le previsioni per il semestre aprile – settembre 2015 sono ottimistiche. Le PMI si aspettano un miglioramento  della disponibilità di credito (11%) e di fidi bancari. Ma anche maggiori risorse interne date da pagamenti trattenuti o da vendita di asset, oltre che più credito commerciale. Nell’Eurozona sono le microimprese a mostrare più fiducia nell’immediato futuro. In generale, infatti, nella media europea il problema dei problemi è piuttosto trovare clienti (per il 26% del campione, contro il 20% dell’indagine precedente), poi (14%) la disponibilità di manodopera qualificata, la rilevanza per costi di produzione e la concorrenza. A seguire (13%) le normative e solo a questo punto (11%) l’accesso al credito.