Per avviare un’impresa agricola occorrono una forte determinazione da parte del neo imprenditore e una valida idea realizzabile, oltre che una base economica costituita anche da incentivi e finanziamenti. A tal proposito è stato studiato un credito d’imposta concesso alle imprese agricole, agroindustriali e ittiche per incentivare il potenziamento del commercio elettronico e lo sviluppo di nuovi prodotti, reso operativo grazie al decreto del Ministero delle Politiche Agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 febbraio.
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Beneficiari
Beneficiari del credito d’imposta sono le singole imprese, anche se costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi, titolari di un reddito d’impresa o agrario, che producono prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura, aderenti a un contratto di rete già costituito al momento della presentazione della domanda, come anche le piccole e medie imprese che producono prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura anche riunite in rete (le aggregazioni devono essere formate, pena l’inammissibilità, da più imprese fra loro indipendenti).
Tipologia di spesa
Sono agevolabili le spese sostenute per nuovi investimenti compresi in un programma comune di rete e realizzati successivamente all’entrata in vigore del decreto, nonché per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie. I costi devono riguardare:
- attività di consulenza e assistenza tecnico-specialistica prestata da soggetti esterni all’aggregazione in rete;
- materiali per la costruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili e attrezzature;
- tecnologie e strumentazioni hardware e software funzionali al progetto di aggregazione in rete;
- ricerca e sperimentazione;
- acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali;
- formazione dei titolari d’azienda e del personale dipendente;
- promozione sul territorio nazionale e sui mercati internazionali dei prodotti della filiera;
- comunicazione e pubblicità.
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Entità incentivi
Il credito d’imposta è pari al 40% delle spese nel limite dei 400mila euro dell’importo degli investimenti in rete realizzati in ciascuno dei periodi agevolabili, in riferimento alle piccole e medie imprese operanti nella produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli (questa soglia è ridotta a 200mila euro per le PMI per le quali non ricorrano le condizioni precedentemente indicate). Per il 2015 i crediti d’imposta sono riconosciuti nel limite massimo di 12 milioni di euro mentre per il 2016 di 9 milioni di euro. Nel caso in cui l’ammontare dei crediti d’imposta complessivamente spettanti alle imprese risulti superiore alle somme stanziate, le risorse saranno ridotte proporzionalmente.
Domande
Possono presentare le domande le imprese che partecipano al contratto di rete, tramite l’impresa capofila, inoltrandole al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nel periodo compreso tra il 20 e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di realizzazione degli investimenti. Nella domanda (con allegata la copia del contratto di rete) deve essere indicato:
- codice di attività prevalente dichiarata da ciascuna impresa ai fini IVA;
- tipo di impresa (PMI o grande impresa);
- costo complessivo per ciascuna impresa degli investimenti e l’ammontare delle singole spese ammissibili;
- effettività delle spese sostenute e della destinazione di tali spese per la realizzazione del programma comune di rete.
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Accettazione
Il Ministero, entro sessanta giorni dal termine di presentazione delle domande, comunica all’impresa capofila il riconoscimento (con l’importo del credito effettivamente spettante a ciascuna impresa) o il diniego dell’agevolazione. Contestualmente trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese che possono fruire dell’agevolazione e il relativo credito concesso. Il credito d’imposta deve essere indicato in dichiarazione dei redditi ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione.