Dal primo luglio 2014 entrano in vigore le nuove regole sugli aiuti di Stato alle PMI. I nuovi Regolamenti UE prevedono semplificazioni (es.: per danni da calamità naturali, per infrastrutture a banda larga) ed una corsia preferenziale se investono in ricerca e sviluppo. Le piccole e medie imprese potranno ottenere finanziamenti per una gamma più ampia di attività e per importi maggiori senza chiedere preventive autorizzazioni. Tutte le novità sono contenute in due diversi testi: GBER (General Block Exemptions Regulation) e R&D&I Framework, entrambi in vigore dal prossimo 1 luglio 2014 per spianare la via alle imprese verso il raggiungimento degli obiettivi Europa 2020. Vediamo con precisione cosa prevedeono le nuove regole.
=>I nuovi aiuti di Stato a PMI e imprese innovative
Ricerca e Sviluppo
Sono stati innalzati i tetti massimi per gli aiuti statali fribili da ogni impresa beneficiaria senza autorizzazione UE ed è stato ampliato l’ambito degli incentivi per ricerca, sviluppo e innovazione esentate dall’obbligo di notifica a progetti pilota e prototipi, cluster d’innovazione e aiuti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione. Ecco tutti i nuovi tetti massimi per le singole categorie di progetti di ricerca e sviluppo:
- Ricerca fondamentale: 40 milioni di euro (prima erano 20).
- Ricerca industriale: 20 milioni di euro, dai precedenti 10 mln.
- Sviluppo sperimentale: 15 milioni di euro dai precedenti 7,5.
- Studi di fattibilità: da 7,5 a 20 milioni di uero, a seconda del campo di attività (prima il tetto era sempre a 7,5 mln).
Sono state alzate anche le percentuali di aiuto finanziario da parte dello Stato per ogni singolo progetto, mantenendo la differenziazione fra grandi imprese, medie imprese e piccole imprese. Restano al 100% per tutti i finamenti per la ricerca fondamentale, mentre ecco quali sono i nuovi limiti per le altre tipologie di innovazione:
- Ricerca industriale e sviluppo sperimentale: 60-70% per le grandi imprese, 70-80% per quelle di media dimensione, 80.90% per le piccole aziende.
- Ricerca infrastrutturale: 60% indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa.
L’Europa punta così a incrementare gli investimenti in R&S e Innovazione del 50% entro il 2020, portando gli investimenti dall’attuale 2% al 3% del Pil, in linea con Stati Uniti e Giappone.
Altri aiuti
Come anticipato, sono state esentate dalle autorizzazioni UE nuove categorie di finanziamenti: sovvenzioni per danni da calamità naturali, trasporti per residenti in regioni periferiche, infrastrutture a banda larga, innovazione, aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, attività sportive amatoriali e infrastrutture multifunzionale. Il Regolamento stabilisce per ciascuna i limiti nei quali resta l’esenzione (quindi non ci sono limiti agli aiuti di Stato) e quando invece scattano paletti.
Con le nuove regole, i paesi membri saranno tenuti a notificare fra il 10 e il 25% dei casi di aiuti di Stato, contro l’attuale 40%. Dunque, una sforbiciata burocratica per 3/4 degli attuali aiuti e 2/3 delle sovvenzioni, con un minor onere amministrativo per imprese, amministrazioni pubbliche e UE. Ci sono però anche nuovi obblighi di trasparenza (es.: gli Stati membri sono tenuti a pubblicare online i dati sui finanziamenti superiori a 500mila euro).
Fonti: nuovo Regolamento GBER e Framework su Innovazione, R&S