Nasce il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, viene ampliata la platea di testate che hanno diritto ai contributi all’editoria, destinati a quelle che hanno anche una versione digitale: sono le principali novità contenute nel disegno di legge sul sostegno pubblico all’editoria approvato definitivamente alla Camera lo scorso 4 ottobre. Vediamone i contenuti fondamentali.
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Il nuovo strumento per finanziare l’editoria è il Fondo per il pluralismo e l’innovazione nell’informazione, nel quale confluiscono le risorse statali destinate alle diverse forme di sostegno all’editoria quotidiana e periodica, anche digitale, emittenza radiofonica e televisiva locale, una parte di maggiori entrate del canone RAI (fino a 100 milioni annui), il contributo pari allo 0,1% del reddito dei concessionari pubblicità.
I contributi pubblici vanno a imprese che esercitano unicamente attività informativa autonoma e indipendente, di carattere generale, costituite nelle seguenti forme societarie: cooperative giornalistiche, enti senza fini di lucro, e, per tre anni, imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro.
Restano i contributi per imprese editrici di quotidiani e periodici espressione delle minoranze linguistiche, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti e per ipovedenti, prodotti con caratteri tipografici normali o braille, su nastro magnetico o su supporti informatici, in misura proporzionale alla diffusione e al numero delle uscite delle relative testate, associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani in lingua italiana editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.
Sono invece esclusi dai contributi gli organi di informazione di partiti, movimenti politici e sindacali, dei periodici specialistici a carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico, di tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati.
Fra i requisiti per accedere ai contributi, c’è l’obbligo di aver un’edizione in formato digitale, dinamico e multimediale, della testata per la quale si richiede il contributo, anche eventualmente in parallelo con l’edizione su carta. Altri requisiti: due anni di costituzione impresa editrice e anzianità della testata, applicazione del contratto collettivo di lavoro, obbligo di informativa sul contributo ottenuto e su tutti gli ulteriori finanziamenti ricevuti a qualunque titolo, obbligo per l’impresa di adottare misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna.
approvata