Tutti gli aspetti normativi e operativi di un’operazione di equity crowdfunding, dal business plan alle agevolazioni per gli investitori: nuova guida sull’equity crowdfunding, la raccolta di capitali di rischio via web, del gruppo di lavoro per la finanza collaborativa di Consiglio nazionale dei commercialistii e Consob. Obiettivo del lavoro, favorire comprensione e consapevolezza delle caratteristiche e delle peculiarità di un’operazione di equity crowdfunding e il suo utilizzo da parte dei diversi attori della filiera produttiva, imprenditori, investitori istituzionali e retail, sistema bancario e professionisti, tra cui i commercialisti.
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Il lavoro segue le ultime novità normative sull’equity crowdfunding (revisione regolamenti Consob nel febbraio 2016), un settore in cui l’Italia è stato il primo paese europeo a darsi una regolamentazione. L’equity crowdfunding viene considerato un campo di applicazione della sharing economy particolarmente adatto a stimolare i finanziamenti in startup e PMI. Per quanto riguarda in particolare le piccole e medie imprese, lo studio rileva come l’equity crowdfunding posso essere una risposta positiva a due limiti storicamente connaturati alle PMI italiane: il nanismo e la compagine sociale ristretta. E può anche rappresentare un primo approccio ai mercati finanziari.
=> Equity crowdfunding: come funziona
La scelta dell’operazione: pro e contro
Ecco in sintesi benefici e oneri a confronto in un’operazione di crowdfunding. La raccolta di capitale consente di avere mezzi proprio per finanziare lo sviluppo dell’impresa o il lancio di un nuovo prodotto. C’è un costo a livello di commitment: l’operazione di raccolta di nuovo capitale di rischio incide sui diritti patrimoniali e amministrativi della nuova compagine sociale. L’operazione nel suo complesso dura sei mesi (dal set up al closing), quindi i tempi sono relativamente rapidi, ma devono essere resi pubblici piano industriale, strategie aziendali, proprietà intellettuale. I costi sono contenuti, trasparenti, e collegati al buon esito dell’operazione: commissione richiesta dal portale (quasi sempre success fee), oneri bancari per la tenuta del c/c vincolato. Eventuali altre spese professionali come l’avvocato, il commercialista, il video-maker, sono a discrezione dell’emittente. Si consigliano investimenti in comunicazione, (interviste, partecipazione ad eventi, utilizzo di social network/ web community). Vengono identificati vantaggi in termini di market validation (il buon esito dell’operazione rappresenta un test di mercato sull’appetibilità dei prodotti o servizi), e costi sul fronte della corporate governance (passaggio da compagine azionaria ristretta a una più allargata).
L’operazione è comunque un’occasione di entrare in contatto con nuovi potenziali partner, clienti, competenze, e può rappresentare una sorta di upgrade alla credibilità finanziaria dell’emittente, con impatto positivo su accesso al credito e ricerca canali alternativi di finanziamento. Per contro, la pubblicazione dei dati aziendali richiede specifiche competenze, ad esempio per evitare la diffusione di target irraggiungibili. Sul fronte delle nuove relazioni che si producono grazie all’operazione, si rileva la necessità per l’imprenditore di un cambiamento culturale in termini di maggiore trasparenza verso i vari stakeholder dell’azienda, ad esempio, con rendicontazione sul progetto imprenditoriale (milestone raggiunti), informativa periodica finanziaria, i fatti più salienti.
Imprese ammesse e regole
Alle startup innovative (per le quali l’equity crowdfunding è stato introdotto con il decreto crescita 179/2012), si sono aggiunte nel 2015 le PMI innovative (investment compact, dl 3/2015). La raccolta di azioni o quote va effettuata attraverso i portali online autorizzati dalla Consob (banche, imprese di investimento, gestori): attualmente ce ne sono 16 iscritti alla sezione ordinaria del Registro Consob dei portali equity crowfuding, e uno nella sezione speciale. Non si possono emettere obbligazioni. Fra le novità del nuovo Regolamento Consob: ampliamento ambito degli offerenti e degli investitori, possibilità di rating dei gestori direttamente online.
Ecco le principali caratteristiche di un’operazione di equity crowdfunding:
- offerta entro i 5 milioni di euro;
- sul portale devono esserci le apposite schede, redatte secondo il modello standard, su startup e PMI innovative e sull’offerta;
- gli investitori devono effettuare un percorso consapevole, da cui risulti la presa visione di informazioni e rischi, le somme raccolte sono detenute in un c/c indisponibile destinato all’offerente presso una Banca/impresa di investimento;
- ammesse solo sottoscrizioni in denaro, che danno diritto a specifiche agevolazioni fiscali;
- almeno il 5% del capitale deve essere sottoscritto da investitori professionali, fondazioni bancarie, incubatori certificati, investitori a supporto dell’innovazione;
- tutele per gli investitori non professionali: diritto di recesso, diritto di revoca, clausole a tutela delle minoranze negli statuti societari.
Quando entrare nel mercato
La prima cosa che l’imprenditore o lo startupper deve fare, secondo la guida, è una valutazione sull’operazione di equity crowdfunding in relazione alla specifica fase di sviluppo dell’impresa. La startup in fase di avvio, ad esempio, non è tendenzialmente considerata l’emittente ideale: gli strumenti per finanziare questa fase di impresa sono erogazioni di amici, familiari e simpatizzanti, l’utilizzo delle agevolazioni pubbliche alla nuova imprenditoria, i premi delle start-up competition. Una neo-impresa in fase di sperimentazione del prodotto deve effettuare altri passaggi (giudizi di fattibilità imprenditoriale, produttiva, di mercato), e sul fronte finanziamenti può iniziare a ricorrere a investitori terzi, come i business angels, presentando un business plan. In linea molto generale, il momento adatto per un’operazione di equity crowdfunding può essere rappresentato dal lancio di un nuovo prodotto sul mercato, o dal momento in cui si realizza il primo fatturato. In ogni caso, una startup già in utile che punta a reperire nuova finanza per crescere rapidamente all’estero oppure un’azienda biotech che studia una nuova molecola di cui cederà i diritti prima di produrre il farmaco sono soltanto due dei tanti esempi di come, nella realtà, non esista un solo “momento giusto” per ogni operazione di equity-crowdfunding ma ne debba essere verificata caso per caso l’appropriatezza. Il report analizza poi nel dettaglio alcuni aspetti operativi (business plan, statuto societario, agevolazioni fiscali per gli investitori.
commercialisti – Consob.