Il 2012 è stato un altro anno di forte stretta creditizia da parte delle banche, attente a centellinare la liquidità .
Ne è conseguito che le piccole, medie e grandi imprese nei principali comparti dell'industria e dei servizi hanno dovuto fare i conti con l'impossibilità di ricorrere al supporto creditizio per lo svolgimento delle proprie attività , con vere e proprie chiusure dei rubinetti bancari per i settori più a rischio.
Stando ai dati Banca d'Italia, a soffrire maggiormente della stretta creditizia operata dalle banche sarebbe stato il settore chimico e farmaceutico, che a gennaio 2013 ha ottenuto finanziamenti per 17,4 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto a quanto riscontrato nello stesso periodo di un anno fa.
Calo piuttosto grave anche per il settore delle attività professionali, in flessione del 10,2%, e per quello della gomma e della plastica, in contrazione del 9,5%.
Diminuzioni oltre i cinque punti percentuali anche per le erogazioni bancarie nei confronti del tessile (-7,5%), carta e stampa (-7%), elettronica (-6,5%), legno e arredo (-6%), metallurgia (-5,8%).
Più lievi i decrementi di erogato nei confronti del settore alimentare (-3,4%), dei macchinari (-2,5%), dell'acqua (-0,9%), del commercio (-3,8%), delle costruzioni (-3,2%) e dell'immobiliare (-2,3%).
In controtendenza, invece, il settore dell'energia elettrica e gas, che nel corso del gennaio 2013 ha ottenuto finanziamenti per 34,9 miliardi di euro, in incremento del 4,8 per cento su base annua, e quello dei trasporti, in aumento del 18,4 per cento a 46,9 miliardi di euro.