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Fondo di Garanzia PMI: coperture sui nuovi finanziamenti

di Teresa Barone

5 Novembre 2024 09:00

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Proposte di modifica al Fondo di Garanzia per le PMI per consentire alle aziende di prolungare le coperture anche per nuove operazioni.

Si è tenuto al MIMIT il primo incontro del Comitato Consultivo per il Fondo di garanzia per le Piccole e Medie Imprese (PMI), evento che ha visto emergere una proposta di modifica delle regole poste alla base di questo importante strumento di accesso al credito.

Le novità dovrebbe divenire operative entro pochi mesi, stando alle anticipazioni.

A fare il punto della situazione è stato il vicepresidente di Copagri, Giovanni Bernardini, presente all’incontro. Il Fondo PMI dovrebbe prevedere norme ad hoc per andare incontro alle specificità dell’agricoltura, specialmente in merito alla concessione di presiti.

Tenendo conto degli effetti della congiuntura economica negativa e degli eventi climatici estremi che penalizzano i produttori:

è più che positivo ragionare su eventuali modifiche sull’operatività del Fondo valutando la possibilità di consentire alle aziende che hanno beneficiato di un prolungamento di una garanzia in essere su un finanziamento di usufruire della medesima garanzia anche su nuovi finanziamenti, anche nel caso in cui il precedente non sia giunto alla fine dell’ammortamento.

Il Fondo, ad oggi, non permette alle aziende che hanno ottenuto un finanziamento oggetto di proroghe di poter beneficiare della garanzia per nuove operazioni, perché eventuali prolungamenti vengono percepiti come una condizione di difficoltà.

Resta inteso che tutto ciò deve essere condizionato al rispetto di determinati requisiti, cioè che il finanziamento sia in bonis e non ci siano rate pregresse non saldate.

Un intervento simile, secondo Bernardini, apporterebbe grandi benefici al settore primario, rispondendo alle esigenze specificifiche del comparto agricolo.

Le PMI dell’Agricoltura, lo ricordiamo, hanno ottenuto l’accesso al Fondo PMI solo da pochi anni, in seguito al DL Cura Italia che risale a luglio 2020. Nell’ottica di Bernardini, tuttavia, i limiti esistenti rappresentano un freno per la competitività delle imprese e del Paese.