Le imprese che alla data del 22 ottobre 2021 avevano utilizzato in modo indebito il Bonus Ricerca accumulato tra il 2015 e il 2019, possono ancora provvedere alla restituzione volontaria del credito d’imposta.
La scadenza riguarda, nello specifico, le aziende che avevano sostenuto spese per attività non pienamente qualificabili come ricerca e sviluppo, oppure avevano utilizzato il tax credit in modo non conforme alla normativa.
La sanatoria fiscale per queste fattispecie è ancora accessibile, anche da parte delle imprese che hanno commesso errori nel quantificare le spese agevolabili.
Aderendo al rvvedimento volontario, entro il 31 ottobre 2024, si può correggere la posizione attuale senza sanzioni né interessi e senza incorre nel reato di compensazione indebita. Il termine, lo ricordiamo, è stato prorogato dal decreto n. 39/2024, convertito nella legge n. 67/2024.
Per rientrare nella sanatoria è necessario presentare nei termini di legge l’apposito modello approvato con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 169262/2024 (clicca qui).
Entro il 16 dicembre 2024, invece, le imprese che aderiscono alla sanatoria dovranno versare le somme dovute o la prima rata dell’importo complessivo.