Fatta eccezione per l’Assegno Unico Universale, gli altri provvedimenti a favore delle famiglie previsti dal Family Act varato nel 2022 dal Governo Draghi sono destinati a rimanere inattuati.
La delega per attuare il Family Act è scaduta il 12 maggio e non saranno messe in pratica le linee guida previste dal documento, che prometteva nuovi sostegni alla genitorialità e nuovi bonus alle famiglie.
Con la scadenza dei termini, infatti, resteranno inattuate una serie di misure di supporto annunciate inizialmente:
- estensione fino a 14 anni dei congedi parentali, anche con l’introduzione di una fruizione flessibile e di premialità in caso di uguale distribuzione tra madre e padre;
- aumento dell’indennità obbligatoria in caso di congedo di maternità:
- aumento della durata del congedo di paternità fino a 3 mesi;
- equiparazione delle regole relative ai congedi per dipendenti e autonomi;
- permessi retribuiti in caso di malattia dei figli.
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A commentare la fine del Family Act è stata anche la Ministra per la Famiglia Eugenia Roccella interpellata dall’ANSA, che ha ribadito come per attuare le indicazioni contenute nel documento sarebbe necessario un plafond di risorse pari a circa 3miliardi di euro, mentre la copertura effettiva è limitata a 19milioni di euro.