Calano nel 2023 i prestiti a imprese e famiglie e aumentano sempre di più le sofferenze bancarie: i dati di Unimpresa confermano l’impatto del rialzo dei tassi BCE sull’economia reale in termini di stretta al credito e di capacità di rimborsare i finanziamenti ottenuti, sempre meno solida.
I prestiti alle imprese si sono ridotti di 57 miliardi di euro, quelli personali alle famiglie sono calati di 7 miliardi. A crescere è solo la mole delle rate di rimborso non pagate, che da gennaio è pari a +25%. Vediamo tutto.
In flessione tutte le tipologie di prestito alle imprese
I prestiti destinati alle aziende sono passati dai 676,4 miliardi di settembre 2022 ai 619,5 miliardi di settembre 2023, con una diminuzione di 56,9 miliardi (-8,42%). Il calo riguarda tutte le tipologie di finanziamenti, pur con diverse modulazioni.
Sul breve termine (fino a un anno di durata) la flessione è di 20,6 miliardi (-13,17%), mentre per il lungo periodo (scadenze superiori a cinque anni), la discesa è di 30,1 miliardi (-8,34%). Meno accentuata la diminuzione dei prestiti a medio periodo (fino a cinque anni), sceso di 6,2 miliardi (-3,90%).
Credito alle famiglie, prestiti personali in picchiata
Per quanto riguarda il credito alle famiglie, a calare drasticamente (-9,39%) sono soprattutto i prestiti personali, scesi di 13,2 miliardi, da 141,1 a 127,8 miliardi. Questa diminuzione è compensata dall’aumento di 5,8 miliardi del credito al consumo, +5,14%, per cui il calo totale dei finanziamenti alle famiglie è pari a 6,8 miliardi (-1%).
In realtà, anche il credito al consumo cresce a un ritmo inferiore rispetto agli anni scorsi e questo, segnala Unimpresa, avrà un effetto inevitabile sui consumi, con conseguenze ampie sulla crescita economica.
Analogo discorso per quanto riguarda i mutui: minori erogazioni si traducono, come sta già avvenendo, in minori compravendite di case, con effetti negativi su edilizia, trasporti, mobilifici, professionisti del settore.
Il mercato dei mutui è sostanzialmente fermo, con la variazione sui 12 mesi (positiva dello 0,13%) pari a 545 milioni. C’è però una discesa dall’inizio del 2023, con i finanziamenti destinati all’acquisto di abitazioni scesi di 2,2 miliardi (-0,53%).
Aumentano le rate non pagate
Nei primi nove mesi del 2023, sono cresciute del 25% le rate non pagate, per una somma pari a 3,5 miliardi di euro tra dicembre 2022 e settembre scorso. Probabilmente, gioca un ruolo chiave anche l’inflazione, che erode il potere d’acquisto delle famiglie.
Le sofferenze nette delle banche (calcolate dopo le svalutazioni) erano scese nell’ultimo trimestre del 2022, sono poi salite progressivamente nel corso del 2023.
A settembre 2022 le rate non pagate da famiglie e imprese erano a quota 16,2 miliardi, a settembre 2023 valevano 17,9 miliardi di euro. Il dato è in crescita di 1,6 miliardi (+9,93%) e di ben 3,5 miliardi (+24,8%) rispetto a dicembre dello scorso anno.