Un nuovo macchinario, ristrutturazioni edilizie, lo sviluppo di un ramo d’azienda per diversificare o internazionalizzarsi o un progetto che contribuisca all’evoluzione del business. Sono problemi quotidiani per le aziende italiane, che spesso necessitano di finanziamenti per realizzare i propri obiettivi di business.
Grazie al fintech lending, è possibile ottenere finanziamenti in tempi rapidi e in modo 100% digitale. Tra le realtà italiane, vi è Opyn, che con Opyn Now permette finanziamenti alle imprese per conto di banche e asset manager attraverso la propria piattaforma tecnologica, basata su complessi algoritmi e l’utilizzo di AI e machine learning.
La società è in cima alla classifica delle piattaforme di lending europeo. Basti pensare che nel 2022, attraverso la piattaforma Opyn sono stati erogati 752 Mln€, a favore di 2.396 aziende, di cui il 35% ha sede nel sud Italia, segnando un incremento del 92% dei volumi gestiti dalla piattaforma rispetto all’anno precedente, fino ad arrivare a gestire, per conto dei propri clienti, oltre 1,7 miliardi di euro di finanziamenti dalla sua fondazione.
Se guardiamo invece ai primi 6 mesi del 2023, il volume dei finanziamenti registrato è pari a € 368 milioni, a favore di 1.310 imprese dei settori più disparati: manifatturiero, vendita all’ingrosso, retail e costruzioni.
Soli 7 giorni per ricevere un prestito
In un contesto macroeconomico quale quello in cui ci troviamo attualmente, per le imprese la velocità è un aspetto vitale, in quanto le aiuta a far fronte alle carenze di liquidità, ma anche a effettuare gli investimenti necessari all’innovazione e alla crescita del business.
Proprio velocità è la parola che meglio descrive l’erogazione di un finanziamento attraverso la piattaforma di Opyn. Alcuni dati:
- 10 minuti per compilare la richiesta di credito sul sito web
- 24 ore per ricevere una risposta
- 7 giorni per incassare il prestito
Si tratta di tempistiche inimmaginabili fino a qualche anno fa, soprattutto per chi è abituato ai canali di credito tradizionali che, secondo le statistiche, hanno reazioni che variano dalle 8 alle 12 settimane.
Inoltre, Opyn garantisce un servizio di assistenza continuativo e la possibilità di contattare una vera human chat sul loro sito per qualsiasi tipo di richiesta di informazioni.
Come accedere ad un finanziamento tramite Opyn Now
Per iniziare, basta collegarsi al sito Opyn.eu ed inserire una richiesta di credito completamente online.
Dopodiché, Opyn realizza una verifica istantanea dell’affidabilità creditizia aziendale. Opyn ha una grande esperienza sul campo, avendo valutato il merito creditizio di oltre 50.000 aziende: a partire dal semplice codice fiscale dell’azienda, la piattaforma cattura centinaia di dati da fonti interne ed esterne e li elabora attraverso i propri algoritmi sviluppati dall’esperienza di oltre 15 miliardi di crediti analizzati in dieci anni di esperienza.
Grazie all’intelligenza artificiale, la piattaforma effettua quindi analisi quantitative, esaminando alcuni parametri finanziari dell’azienda richiedente: ad esempio, bilanci, andamento del fatturato, capacità di rimborso, incidenza degli oneri finanziari sul fatturato, indipendenza finanziaria, cashflow sul totale dei debiti e sul fatturato, e altro.
Si passa poi ad analisi qualitative, che vanno ad esplorare ad esempio la web reputation aziendale: come si presenta e viene percepita su internet e sui social media.
Tale processo prepara al contatto diretto con l’imprenditore, che si concretizza in una telefonata o video-chiamata da parte di un analista umano, passaggio fondamentale nel processo di verifica della finanziabilità dell’impresa.
Le imprese che si rivolgono al fintech lending
Ma chi sono le imprese che ad oggi si sono rivolte al fintech lending?
Secondo un’indagine dell’Osservatorio di Opyn su un campione di 107 aziende clienti, è possibile avere una fotografia delle imprese che hanno ottenuto finanziamenti attraverso la sua piattaforma.
- Puntano alla sostenibilità ambientale ed energetica:
Il 34,7% delle Pmi ha dichiarato di aver intrapreso un percorso di sostenibilità mentre il 54,5% sta attualmente lavorando attivamente per metterlo a punto. La grande maggioranza delle Pmi dichiara di puntare soprattutto su investimenti che abbiano un impatto in campo ambientale (91%).
- Iniziano a interessarsi alla transizione digitale:
Eppure il 59,2% dichiara di non aver ancora investito in progetti innovativi legati al digitale e il 21,3% di queste afferma che la ragione sia che “non sa da dove iniziare”. Resta comunque importante la percentuale di imprese (40,8%) che invece hanno realizzato progetti innovativi legati al digitale negli ultimi 12 mesi (come ad esempio CRM, automazione di macchinari, adozione del cloud, embedded finance, machine learning, etc).
- Sono purtroppo ancora lontane dalla parità di genere:
Se da un lato le donne sembrano incontrare minori difficoltà rispetto al passato nell’accesso al lavoro, dall’altro lato appare evidente la sotto rappresentazione del genere femminile per quanto riguarda le posizioni direttive e apicali. Analizzando la composizione dei Cda, della dirigenza apicale e della proprietà delle aziende, solo il 14,6% delle imprese dichiara di avere un Cda composto da donne per oltre il 50% e un altro 15,7% risulta avere tra il 31% e il 50% dei componenti del consiglio di amministrazione di sesso femminile.
Un tessuto imprenditoriale consapevole delle sfide della crisi energetica anche se tale tensione verso il futuro è spesso frenata dal retaggio culturale e dalle difficoltà pratiche.
Le Pmi oggetto dell’analisi sono per lo più imprese che impiegano tra i 10 e i 50 addetti (45,2%), seguono le microimprese con meno di 10 addetti (43,3%), mentre l’11,5% impiegano tra i 51 e i 100 dipendenti.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le aziende hanno sede del Nord-Ovest (32,7%), ma anche al Sud e nelle Isole con il 29,8%, mentre il 19,2% si trova al Centro e il 18,3% al Nord-Est.
La maggior parte delle aziende ha come mercato di riferimento l’Italia (il 60,6%) nonostante un terzo (il 33,7% per l’esattezza) operi anche sui mercati internazionali. Inoltre, la maggior parte delle aziende intervistate opera sia a livello B2B che B2C (47,1%) e una buona percentuale (ovvero il 38,5%) lavora solo nel mondo B2B.
Per quanto riguarda i canali di vendita, la grande maggioranza utilizza solo il canale offline (82,7%), mentre il 14,4% utilizza sia canale online che offline in egual misura e solamente il 2,9% opera interamente online.
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