Partono i nuovi ristori per le piccole e medie imprese del commercio al dettaglio con cali di fattueato dovuti alla crisi Covid: lo Stato eroga nuovi indennizzi fino al 60% della perdita di fatturato 2021 rispetto al 2019, per quelle aziende che hanno perso nel biennio almeno il 30% di volume d’affari.
Il decreto attuativo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 del 7 aprile 2022 e contiene i criteri con cui il Ministero dello sviluppo economico accoglierà le domande di contributo a fondo perduto, accreditato su IBAN direttamente ai richiedenti. Le domande si presentano dal 3 al 24 maggio 2022 attingendo ad una dotazione annuale di 200 milioni di euro, che saranno ripartiti tra tutti i beneficiari ammessi.
Imprese beneficiarie del ristoro Covid
Le imprese destinatarie degli indennizzi in denaro sono quelle con i codici Ateco 47.19, 47.30, 47.43 e le attività dei gruppi 47.5 e 47.6, 47.71, 47.72, 47.75, 47.76, 47.77, 47.78, 47.79, 47.82, 47.89 e 47.99. Le beneficiarie devono comunque non sforare il tetto di ricavi 2019 fissato neglia soglia massima di 2 milioni di euro e devono aver subito una riduzione del fatturato 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019.
Contributi a fondo perduto per negozi in perdita
- 60% della differenza di fatturato 2021/2019 per soggetti con ricavi 2019 fino a 400mila euro
- 50% con ricavi tra 400mila e 1 milione di euro
- 40% con ricavi tra 1 e 2 milioni di euro.
Questa quantificazione sarà eventualmente ridotta nel caso in cui le risorse stanziate sono siano in grado di soddisfare tutte le domande pevenute. Dopo le verifiche del caso, il MiSE provvederà a riproporzionare il contributo sulla base delle coperture finanziare disponibili, tenendo conto delle fasce di ricavi.
Domande di indennizzo alle PMI del Commercio
Le domande si inoltrano dalle ore 12:00 del 3 maggio fino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022, al Ministero per via telematica, usando il modello allegato al decreto, con autenticazione tramite CNS – Carta nazionale dei servizi. Nell’istanza si auto-dichiara il rispetto del limite di aiuti del Quadro temporaneo (considerando anche l’importo del contributo richiesto); l’ammontare dei ricavi 2019 e 2021; l’ammontare medio mensile dei ricavi 2019 e 2021 (dividendo l’importo complessivo dei ricavi di ciascuno dei periodi d’imposta per il numero dei mesi in cui la partita Iva è stata attiva); l’importo del contributo richiesto; l’IBAN relativo al conto corrente intestato al richiedente per l’accredito del ristoro.