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Mutui 2022: aumenta il tasso fisso, tiene ancora il variabile

di Alessandra Gualtieri

8 Aprile 2022 14:20

L'effetto combinato della guerra e della crescente inflazione aumenta i tassi di interesse per i mutui fissi basati su IRS, tengono ancora i variabili.

Salgono gli interessi dei mutui a tasso fisso, basati sull’indicatore Eurirs in costante crescita da inizio 2022: per un prestito ventennale il tasso medio di mercato si attesta sull’1,45% nominale (1,65% effettivo) per una rata di 576 euro.

Trend sui mutui

Sul mercato dei mutui, l’IRS sta registrando una forte volatilità, passando da un indice a 20 anni dello 0,30% dello scorso dicembre all’oltre 1% di fine febbraio, per poi ridiscendere allo 0,86% dopo la guerra in Ucraina. I tassi di interesse dei mutui fissi sono calcolati sull’andamento del costo del denaro del mese precedente, per cui ad aprile sembrano destinati a salire ulteriormente. Tra le quotazioni di inizio anno e quelle stimate per i prossimi mesi, si arriva ad un maggior esborso per i nuovi mutui anche di centinaia di euro.

Si possono comunque trovare ancora offerte di mutuo a tasso fisso con TAEG sotto l’1,5%. Per un prestito ventennale di 100mila euro si spunta una rata di circa 480 euro. Tengono di più i mutui a tasso variabile basati su Euribor, da inizio anno ancora stabili con un tasso medio dello 0,64% (effettivo 0,83%) per il medesimo importo del finanziamento, con una rata di 533 euro. Le quotazioni del 7 aprile 2022 Euribor 1 Mese vedevano l’indice a -0,54%, per Euribor 3 Mesi a -0,46%, per Euribor 6 Mesi  -0,35%, Euribor 1 Anno a -0,05%.

Andamento di mercato

La risalita dei tassi, dopo anni di minimo storico non scoraggia la domanda, trainata dalle richieste di mutui prima casa di giovani sotto i 36 anni (grazie alle attuali agevolazioni fiscali). In questo senso, il 2022 si sta rivelando più dinamico del 2021. L’importo medio richiesto per l’acquisto dell’abitazione principale si aggira sui 150mila euro, con piano di rimborso medio in 26 anni. A frenare il mercato immobiliare può essere però il timore dell’inflazione, in costante aumento a scapito del potere d’acquisto dei redditi degli italiani.