Fondo Impresa Femminile: tutti i progetti e le spese finanziabili

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 20 Maggio 2022
Aggiornato 4 Giugno 2022 09:05

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Guida completa ai progetti finanziabili e alle spese ammissibili per la concessione di contributi e finanziamenti erogati dal Fondo Impresa Femminile.

Nuovi contributi all’imprenditoria femminile, lo sportello si riapre il 7 giugno, all’indirizzo https://invioprogettistart.invitalia.it, ed è riservato – fino a esaurimento fondi – alle imprese costituite da meno di 12 mesi. Il primo sportello era invece riservato alle aspiranti startup e alle donne che cogliono mettersi in proprio. Per fare domanda di accesso ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto erogati dal nuovo Fondo Impresa Donna si può trasmettere l’istanza (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 17) digitando il codice ottenuto al momento della compilazione.

Ecco tutte le FAQ del MiSE a disposizione delle aspiranti beneficiarie (startup e nuove imprese femminili) su progetti finanziabili e spese ammissibili.

Cosa finanziano gli incentivi del Fondo Impresa Femminile?

Gli incentivi finanziano programmi di investimento per avvio o sviluppo di imprese femminili, da realizzare in 24 mesi. Oltre a spese per investimento, possono comprendere costo del lavoro e spese per il capitale circolante entro un massimo del 20% del programma (o del 25% per le imprese con più di 36 mesi). Il valore del programma di investimento può arrivare a € 250.000 (iva esclusa) per progetti di avvio di impresa (CAPO II del decreto) e € 400.000 (iva esclusa) per progetti di sviluppo di impresa (CAPO III del decreto). Non c’è un valore minimo del progetto.

Quali attività sono ammissibili ai programmi ammessi ad incentivo Fondo Impresa Femminile?

Sono ammesse attività nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.  Non è invece ammessa la produzione primaria di prodotti agricoli.

Quali incentivi sono previsti dal Fondo Impresa Femminile?

Il Fondo prevede due linee di incentivo: incentivi per l’avvio di imprese femminili: per libere professioniste e imprese non ancora costituite o costituite da non più di 12 mesi (CAPO II); incentivi per lo sviluppo o il consolidamento di imprese femminili: per imprese costituite oltre 12 mesi (CAPO III).

Per le imprese femminili con meno di 12 mesi, quali sono gli incentivi?

Gli incentivi sono: un contributo a fondo perduto; servizi di assistenza tecnico gestionale per un valore massimo di € 5.000. Per progetti fino a € 100.000 (iva esclusa) l’agevolazione copre fino all’80% delle spese (al 90% per donne disoccupate) e comunque entro un tetto massimo di € 50.000. Per progetti fino a € 250.000 (iva esclusa) l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di € 125.000. Oltre al contributo a fondo perduto è possibile richiedere servizi di assistenza tecnico gestionale per un valore massimo di € 5.000.

Per imprese femminili con oltre 12 mesi quali sono gli incentivi?

Gli incentivi sono costituiti da un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso zero in 8 anni, a cui si aggiungono servizi di assistenza per un valore massimo di € 5.000. Per progetti fino a € 400.000 l’agevolazione copre l’80% delle spese per un massimo di € 320.000, solo per le imprese con oltre 36 mesi di vita il contributo al capitale circolante è concesso interamente a fondo perduto.

È previsto un importo minimo del progetto d’impresa femminile?

No, non è richiesto un importo minimo per il programma di investimento.

Quali spese sono ammissibili al finanziamento del Fondo Impresa Femminile?

Sono ammissibili alle agevolazioni le spese relative a immobilizzazioni materiali con particolare riferimento a impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica coerenti e funzionali all’attività d’impresa e a servizio esclusivo dell’iniziativa (installazione macchinari, impianti ed attrezzature; macchinari, impianti e attrezzature per l’erogazione di servizi in sharing economy purché identificabili singolarmente e localizzabili in modalità digitale; opere edili nel limite del 30% del programma di spesa agevolabile; strutture mobili e prefabbricati a servizio esclusivo dell’iniziativa purché amovibili e funzionali al raggiungimento degli obiettivi del programma), immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività agevolata (acquisizione brevetti; acquisizione programmi informatici e soluzioni tecnologiche commisurate alle esigenze produttive e gestionali), servizi in cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale, personale dipendente a tempo indeterminato o determinato dopo la presentazione della domanda e impiegato nella realizzazione dell’iniziativa agevolata, esigenze di capitale circolante ( 20% delle spese ammissibili per la nascita o lo sviluppo di imprese femminili costituite da non più di 36 mesi; 25% delle spese ammissibili e comunque nella misura massima dell’80% della media del circolante degli ultimi tre esercizi alla data della domanda per il rafforzamento delle imprese costituite da più di 36 mesi .

Quali spese rientrano tra quelle per il capitale circolante?

Le spese per il capitale circolante comprendono: materie prime, sussidiarie, materiali di consumo; servizi di carattere ordinario, strettamente necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa; godimento di beni di terzi, quali le spese di affitto relative alla sede aziendale ove viene realizzato il progetto imprenditoriale; canoni di leasing e costi di noleggio relativi a impianti, macchinari e attrezzature necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa; oneri per la garanzia (fidejussione o polizza fidejussoria) richiesta nel caso di erogazione dell’anticipazione pari al 20% delle agevolazioni concesse. Ogni acquisto deve essere fatto a condizioni di mercato e da terzi che non hanno relazioni con l’acquirente.

Come si calcola il contributo sul capitale circolante per le imprese femminili con più di 36 mesi?

Le imprese costituite da oltre 36 mesi alla data di presentazione della domanda possono ottenere un contributo a fronte delle esigenze di capitale circolante fino a un massimo del 25% delle spese complessivamente ammissibili e, comunque, nella misura massima dell’80% della media del circolante degli ultimi tre esercizi alla data di presentazione della domanda.

La media sarà calcolata: considerando i costi di cui alle voci 6), con esclusione di quelle afferenti alle merci, 7) e 8) dello schema civilistico del conto economico (art. 2425 codice civile), desumibili dai bilanci approvati relativi ai tre esercizi precedenti la data di presentazione della domanda di agevolazione. Qualora il bilancio dell’esercizio immediatamente precedente a tale data non sia stato approvato, l’importo dei costi di cui sopra, limitatamente a tale esercizio, è determinato sulla base del bilancio provvisorio appositamente predisposto; attribuendo un peso pari a 1,5 agli importi delle spese relativi agli esercizi 2020 e 2021, coincidenti con lo stato emergenziale connesso alla pandemia Covid-19.

Sono finanziabili spese sostenute prima della domanda di incentivo?

No, sono ammissibili solamente le spese sostenute dopo la presentazione della domanda. Pertanto, investimenti realizzati in data antecedente non sono prese in considerazione.

Alla domanda di finanziamento devono essere allegati i preventivi di spesa?

Per la richiesta di incentivo (si invia dall’indirizzo https://invioprogettistart.invitalia.it) è necessario presentare un business plan che preveda un programma di investimenti ma non sono richiesti preventivi per poter presentare la domanda di finanziamento.

La trasformazione di un apprendista da part-time a full-time rientra tra le spese ammissibili?

La norma parla di personale dipendente assunto dopo la data di presentazione della domanda, dunque la variazione di tipologia di contratto non rientra tra le spese ammissibili.

Le spese di “avviamento e licenza” rientrano tra le spese ammissibili?

No. Le spese di avviamento non sono ammissibili.